Slitta invece al 14 luglio l’apertura di discoteche e sale da ballo, fiere e congressi
“A decorrere dal 15 giugno 2020 è consentito lo svolgimento anche degli sport di contatto nelle regioni e province autonome che abbiano preventivamente accertato, d’intesa con il ministero della salute e dell’autorità di governo delegata in materia di sport, la compatibilità delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei rispettivi territori, in conformità con le linee guida di cui al periodo precedente per quanto compatibili”. È quanto si legge in una bozza del Dpcm sul tavolo in questi istanti del Consiglio dei Ministri che si appresta a scardinare alcune delle ultime restrizioni anti-contagio residue.
Quali sono gli sport di contatto?
Con sport di contatto si intendono essenzialmente tutte le attività sportive finora vietate in quanto non individuali. Arti marziali, lotta, scherma, ma anche calcetto basket, pallavolo, pallanuoto e beachvolley. Con il sì agli sport di contatto da parte di Palazzo Chigi la Fase 3 entra ufficialmente nel vivo.
Sempre da lunedi riaprono le aree gioco per i più piccoli nei parchi, nei giardinetti e nelle ville. Sarà nuovamente consentito l’accesso dei minori assieme ai familiari e ad altre persone accompagnatrici, quali nonni e baby sitter purché sempre nel rispetto delle regole del distanziamento sociale che continuano a permanere. Riaprono anche le sale giochi, sale scommesse e sale bingo, i centri benessere, le terme e anche i comprensori sciistici.
Slittano le discoteche
Posticipata di un mese, invece, per via di numeri del contagio ancora non sufficientemente positivi, l’apertura delle discoteche. Decisione che rischia di aprire nuove polemiche tra l’esecurivo e i presidenti delle Regioni dato che le linee guide erano state appena approvate dall’ultima Conferenza Stato – Regioni. Inoltre, siamo ormai a ridosso della stagione turistica. La scelta di far slittare di un altro mese la riapertura di tutte le sale da ballo (assieme alle fiere e ai congressi) potrebbe danneggiare soprattutto i territori che vivono di turismo.