Questa t-shirt, realizzata nei laboratori del Centro di ricerca Piaggio di Pisa, è in grado di monitorare vari parametri fisiologici al fine di realizzare delle terapie mirate. Un progetto che ha ottenuto un finanziamento di 5 milioni di euro dalla Commissione Europea.
Nel 2020 è destinata a diventare la seconda causa di decessi e d’invalidità, dopo le malattie cardiovascolari. Questo almeno secondo un recente rapporto dell’Ocse che fotografa l’impatto della depressione sullo stato di salute della popolazione mondiale; ed esorta a considerare l’importanza di un’azione preventiva rispetto ai casi di patologia. È qui che entrano in gioco i ricercatori del Centro di ricerca Piaggio di Pisa e le loro innovative soluzioni tecnologiche, sperimentate all’interno del progetto Nevermind.
Cos’è Nevermind
Nevermind è in realtà un acronimo, che sta per “NEurobehavioral predictiVE and peRsonalized Modeling of depressIve symptoms duriNg primary somatic Disorders through ICT-enabled, self-management procedures”. Ma è soprattutto il nome di una maglietta hi-tech nata proprio per prevenire quello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito, senza mezzi termini, il male oscuro del nostro secolo.
Finanziato dalla commissione europea – nell’ambito del programma di ricerca Horizon 2020 – il progetto è coordinato dal prof. Pasquale Scilingo e riunisce università ed aziende di ben sei paesi europei.
Il connubio tra bioingegneria e psicologia clinica
«Scopo del progetto – spiega lo stesso Scilingo – è riuscire a utilizzare i segnali dell’organismo associati all’insorgenza di depressione, utilizzando una maglietta hi-tech in grado di monitorare vari parametri fisiologici, compresi funzionalità cardiaca e respiratoria, che abbiamo sviluppato nel corso del nostro progetto precedente, Psyche».
Un sistema tecnologico utile a prevenire l’insorgenza di stati depressivi in pazienti già colpiti da patologie gravi.
Secondo Scilingo, il connubio tra bioingegneria e psicologia clinica rappresenta l’approccio multidisciplinare necessario per avvicinare sempre di più la psichiatria alle altre branche della medicina. «La depressione è ancora oggi percepita come uno stato d’animo che attiene alla sfera privata dell’individuo – continua Scilingo – e non come una vera e propria malattia o un problema sociale, nonostante rappresenti oggigiorno la terza causa di morte nei paesi occidentali».
Per la precisione, in tutto il mondo colpisce 350 milioni di persone, provocando 850mila morti ogni anno (dati OMS). Ma come può una t-shirt aiutarci a combattere gli stati depressivi? E qual è la tecnologia alla base del progetto Nevermind?
Una t-shirt contro la depressione
«Grazie ad una maglietta sensorizzata, provvista di elettrodi nel tessuto, verranno monitorati i parametri vitali del paziente». La depressione si accompagna ad una moltitudine di cambiamenti nei parametri fisiologici che, per quanto talvolta possano anche non essere percepiti dal paziente, rappresentano uno strumento efficace per seguire il decorso della malattia e gli effetti della terapia.
Ecco che, in pratica, il corpo potrà “parlare” attraverso i segnali opportunamente captati dalla propria maglietta. I pazienti dovranno indossarla almeno un paio di ore prima di andare a letto. La mattina seguente potranno toglierla e inserire il rilevatore – delle dimensioni di una scatola di fiammiferi – in un’apposita base, per l’invio dei dati.
«L’uso di sistemi indossabili come la maglietta sensorizzata e di tecniche di monitoraggio avanzate – sottolinea il prof. Sciligno – sarà quindi in grado di fornire dati obiettivi e permettere la formulazione di diagnosi che non si basino unicamente sulla percezione dei pazienti».
Per esempio, la maglietta sarà in grado di dire quante ore il paziente ha dormito e soprattutto come.
«In aggiunta, le informazioni fornite dalla maglietta sull’attività cardiaca, respiratoria e motoria, concorreranno alla costruzione di un modello che permetterà di predire l’insorgenza di sintomi depressivi e predisporre trattamenti di intervento personalizzati».
Il sistema proporrà automaticamente al paziente (direttamente sul suo smartphone) un trattamento psicoterapico personalizzato, fornendo consigli sullo stile di vita e guidandolo in sessioni di meditazione. Nevermind infatti, è stata pensata per valutare gli effetti della mindfulness, una tecnica di meditazione ormai affermata nel trattamento della depressione, all’interno delle terapie cognitive-comportamentali di ultima generazione.
Dai primi test alla fase di commercializzazione
La città di Pisa è, non soltanto, il cuore scientifico del progetto ma anche quello tecnologico. A realizzare le t-shirt infatti è la Smartex, azienda di Navacchio che lavora nella produzione di tessuti intelligenti da utilizzare nel campo biomedicale, sportivo e della sicurezza.
«Scopo finale del progetto è rendere disponibile a tutti un sistema di monitoraggio semplice da usare e a basso costo», sottolinea il prof. Scilingo. «In futuro, potrà anche interfacciarsi con sistemi di monitoraggio cardiaco già alla portata di tutti, come smart-watch o holter ECG di uso corrente».
Dato il suo potenziale, Nevermind ha ricevuto manifestazioni di interesse da parte di numerosi enti clinici. Ma è ancora presto per poter passare dalle fasi di test all’applicazione nel trattamento della depressione. «Ripartiremo a gennaio 2016 dai risultati ottenuti fino ad ora», conclude Scilingo. «Dopo un anno saremo in grado di dare un’idea più precisa, sia dei primi casi studio che dei tempi di commercializzazione».
Antonio Carnevale