Dopo la firma, l’accordo è al vaglio delle autorità di regolamentazione. Ecco cosa accadrà nei prossimi mesi
Mai così vicine, è il caso di dirlo. Daimler e Bmw, concorrenti da sempre nel ramo delle vetture di alta gamma, hanno siglato una joint venture. Oggetto dell’accordo sono Car2go e Drive Now, i rispettivi servizi di car-sharing. L’accordo, dichiarano, esclude esplicitamente i rispettivi core business. Tradotto: continueranno a farsi concorrenza nella vendita di auto di lusso. Ma diventano alleate nelle città sempre più congestionate dal traffico e attente alle norme anti-inquinamento.
Prima di giungere alla jont venture, Daimler e Bmw erano salite al 100% delle rispettive società di mobilità sostenibile, assumendone il pieno controllo. L’intesa porta alla nascita di un colosso del settore, e per questo motivo dovrà passare al vaglio delle autorità di garanzia.
Nessun cambiamento è previsto, al momento, per gli utenti: fino a quando non sarà dato il semaforo verde tutto funzionerà esattamente come prima. “Solo una volta approvata la joint venture da parte delle autorità di regolamentazione – dichiara Car2go in una nota – le due società potranno iniziare a sviluppare un nuovo servizio congiunto. E anche questo passaggio richiederà del tempo”
Nell’accordo è inclusa anche una serie di servizi di trasporto: taxi, parcheggi e reti di ricarica dei veicoli elettrici.
I numeri dell’accordo tra Car2go e DriveNow
Car2go e DriveNow coprono due segmenti di mercato differenti: la prima, con due modelli di Smart, si rivolge a un’utenza più giovane e dinamica; la seconda, con Mini e Bmw, punta a un target più esigente in termini di spazio e comfort.
Car2go in Italia è attiva a Milano, Firenze, Roma e Torino con 2.100 veicoli; Drive Now nel solo capoluogo lombardo con circa 500. I principali competitor sono Enjoy di Eni e Share n’go, ma nuovi attori potrebbero entrare e, in alcuni casi, sono già entrati, nel mercato, come ad esempio, Blutorino, car sharing 100% elettrico che opera nel capoluogo piemontese: è di pochi giorni fa la notizia che le cifre della mobilità condivisa sono cresciute del 50% in tre anni.
Il servizio, nelle grandi città, sta diventando un’alternativa credibile e diffusa al possesso di un’auto: la sfida per il futuro per il futuro è estendere il servizio alle zone meno densamente popolate, e meno servite dal trasporto pubblico. L’allargamento, però, richiede una strategia ad hoc, e , in mancanza dei numeri propri del contesto urbano, potrebbe non essere sostenibile mantenendo lo stesso modello di business.