Il 2018 non poteva aprirsi in modo migliore per il gruppo che controlla Google e YouTube. E Sundar Pichai, CEO di Mountain View, incassa un premio di 380 milioni di dollari
Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà un 2018 importante per Alphabet – Google: almeno a giudicare dalla prima trimestrale. I profitti del gruppo guidato di Larry Page, nel periodo che corre da gennaio a marzo, sono infatti cresciuti del 73% fino a toccare quota 9,4 miliardi di dollari.
Il miglior risultato dal 2009 per Alphabet
Quello portato a casa oggi costituisce il risultato migliore che la statunitense abbia registrato dal quarto trimestre del 2009. Ha superato le più rosee aspettative: gli utili per azione sono stati pari a 9,93 dollari contro i 9,28 preventivati. In aumento del 26% sul medesimo periodo dell’anno precedente le entrate, giunte a 31,15 miliardi e superiori ai 30,29 miliardi previsti. Quanto ai profitti operativi hanno raggiunto quota 7 miliardi: nel 2017 erano a 6,6 miliardi.
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A mettere benzina nel serbatoio di Alphabet il nutrito novero di startup – Uber in primis – che la holding custodisce nel portafoglio: a seguito della rivalutazione delle partecipazioni, hanno messo sul piatto della bilancia oltre tre miliardi di profitti. Tutto ciò nonostante i TAC, i traffic acquisition costs versati a siti e società terze, siano cresciuti del 35% a 6,3 miliardi e al netto delle spese di capitale balzate a 7,3 miliardi (triplicate rispetto al 2017). Tra le voci di spesa più importanti, l’acquisto del Chelsea Market di New York, costato da solo 2,4 miliardi di dollari.
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Quanto a Google e YouTube, le vendite in tale segmento sono state pari a 31 miliardi: nello stesso periodo del 2017 si erano invece fermate a 24,6 miliardi di dollari. Salta all’occhio la crescita delle vendite generate dalle pubblicità , pari a 26,64 miliardi, in netto rialzo rispetto ai 21,41 miliardi dello scorso anno. Globalmente, è cresciuto del 59% su base annua e dell’8% su base trimestrale il numero di click degli internauti sui banner pubblicitari pubblicati su Google e YouTube. E il dato, è bene evidenziarlo, non tiene conto dei ricavi pubblicitari di AdMob, AdSense e DoubleClick che, come è noto, attivano su siti terzi pubblicità per conto della holding Alphabet.
Premio record per il CEO di Google
A sorridere più di tutti Sundar Pichai, l’amministratore delegato di Google, che ha appena messo in tasca qualcosa come 380 milioni di dollari a titolo di premio per le performance totalizzate dal colosso di Mountain View. Pichai starà certamente brindando e questo nonostante la trimestrale ci dica anche che il costo per acquisire traffico di Google è cresciuto parecchio (arrivando a toccare i 6,28 miliardi rispetto ai 4,62 mld del periodo passato, con una erosione del 24% dei ricavi pubblicitari) ed è ormai prossima l’entrata in vigore in tutti i Paesi membri della UE della General Data Protection Regulation (Gdpr), il Regolamento che incrementa il diritto alla riservatezza (privacy) degli internauti. Fattori che da soli stanno spingendo diversi analisti a essere più cauti sul 2018 di Google. Nubi all’orizzonte? Chissà . Per il mercato, però, il presente è incredibilmente sereno.