L’accordo sarà approvato nei prossimi mesi e il pagamento avverrà al 90% in azioni ordinarie di Uber, per una mossa che assicura vantaggi alle società, ai commercianti e agli autisti
Uber si butta sull’alcol e non è un modo di dire, perché l’azienda di San Francisco ha annunciato l’accordo per l’acquisizione di Drizly, uno dei principali servizi per la consegna di alcolici negli Stati Uniti. Sul piatto la cifra di 1,1 miliardi di dollari che, in attesa di essere approvato all’interno dell’iter normativo vigente in Usa (dovrebbe concludersi entro il primo semestre dell’anno), sarà convertito per il 90% in azioni ordinarie di Uber e per il restante 10% in contanti.
Il nuovo corso di Uber, meno crescita e più profittabilità
Abbracciare l’attività leader in un settore in forte crescita rientra nel nuovo corso varato da Uber che, dopo aver venduto la divisione Elevate, dedicata allo sviluppo dei taxi volanti a guida autonoma e acquisita dalla startup Joby Aviation, e ceduto l’Advanced Technologies Group ad Aurora (startup in cui la stessa Uber investirà 400 milioni di dollari e con cui collaborerà nello sviluppo di veicoli a guida autonoma), guarda più alla redditività che alla crescita. Per questo si vira verso ambiti già strutturati e con ampi margini di miglioramento, inteso come diffusione e incremento degli introiti.
Attiva in circa 1.400 città del Nord America (la più recente aggiunta di peso è stata Atlanta, senza dimenticare che il servizio è presente anche in Canada) con le selezioni di birra, vini e liquori di migliaia di commercianti locali a prezzi competitivi, Drizly dovrebbe rivelarsi un ottimo compagno di viaggio, con un patto in grado di assicurare vantaggi per tutte le parti in causa. Se la startup fondata nel 2012 potrà contare sulle tecnologie della maggiore piattaforma di ride sharing e i commercianti di alcolici aumentare visibilità e incassi, dall’altra parte gli autisti di Uber si gioveranno di una clientela maggiore e diversificata trovando una nuova opzione per guadagnare. Oltre all’espansione del servizio Uber Eats, è il Ceo Dara Khosrowshahi a spiegare i perché della mossa da parte di Uber: “Il nostro scopo è quello di facilitare la vita delle persone, per questo ci stiamo focalizzando su nuove categorie come prodotti alimentari e alcolici”.
L’anno magico di Drizly
Una volta conclusa l’operazione, Drizly sarà controllata da Uber e integrata con l’app Uber Eats, anche se manterrà pure un’app separata, così da accontentare anche chi è interessato soltanto all’acquisto delle bevande preferite. L’acquisizione arriva nel momento di massima crescita di Drizly, che nel corso dell’ultimo anno ha registrato un’impennata delle prenotazioni di oltre il 300% rispetto al 2019. E l’integrazione con Uber potrà favorire l’espansione nel medio e lungo periodo, così da continuare a incrementare il volume di affari e i profitti.
“Dopo otto anni in cui siamo partiti da zero e costruito infrastruttura, tecnologia e partnership per proporre un’esperienza di shopping gratificante, ora apriamo un nuovo capitolo della nostra storia, convinti che raggiungeremo sempre più persone”, ha spiegato Cory Rellas, co-fondatore e Ceo di Drizly. La startup con sede a Boston ha raccolto negli anni circa 120 milioni di dollari, con il più rilevante finanziamento di 34,5 milioni di dollari siglato nel 2018. La ribalta nell’ultimo periodo, invece, oltre alla crescita del fatturato, è dipesa dalla violazione dei dati subita lo scorso luglio, con un attacco che ha sottratto email, data di nascita e password di circa 2,5 milioni di account. L’annuncio dell’acquisizione, intanto, ha provocato un immediato rialzo in borsa per Uber, con il titolo che si è assestato a 57,77 dollari, con un aumento del 9,50%.