I 77 metri di lunghezza e i 72 metri di apertura alare dovranno sostenere il peso della compagnia statunitense, che prova a riprendersi dopo la crisi del Max 8
Alla fine il Boeing 777X, l’aereo più lungo del mondo, ce l’ha fatta: si è staccato da terra. Un volo di prova breve ma intenso. Di più, fondamentale. E non solo in quanto era stato rinviato più e più volte a causa del maltempo, ma soprattutto perché a questo gigante dei cieli è affidato l’ingrato compito di risollevare le sorti della compagnia statunitense dopo la crisi del 737 Max.
Cos’è il Boeing 777X
Forte dei suoi 77 metri di lunghezza e di un’apertura alare di 72 metri il Boeing 777X è destinato a candidarsi come il più lungo aereo bimotore per passeggeri (può contenerne 426) mai costruito. Ma le specifiche tecniche in grado di meravigliare non si concludono certo con le dimensioni, perché la compagnia di Chicago sa fin troppo bene che sollevare simili colossi può essere fin troppo dispendioso anche per le compagnie aeree più in salute. Ecco allora che questo innovativo bimotore racchiude il meglio offerto dall’attuale tecnologia per risparmiare sui consumi.
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Boeing 777X può volare ininterrottamente per 16.100 chilometri, riducendo drasticamente – rispetto ai competitor, il principale è l’europeo Airbus A350 – il consumo di carburante, grazie anche ai due motori di nuova generazione General Electric GE90. Date le enormi dimensioni, le ali sono pieghevoli, per consentire più facili parcheggi negli aeroporti. In più, il Gruppo statunitense punta molto sul comfort offerto ai passeggeri (determinante, quando si affrontano tratte così lunghe), e si vanta dell’ampiezza dei finestrini e persino di presentare tendine meno rumorose quando vengono azionate.
Boeing a bassa quota?
Ma la vera sfida per Boeing è tornare a volare ad alta quota dopo la recente crisi dei Max8. Probabilmente ricorderete che nel mese di marzo dello scorso anno si verificarono in rapida successione due incidenti che provocarono la morte di 346 persone. In entrambi i casi a schiantarsi era stato un Boeing 737 Max 8. Tanto bastò per avanzare più di un sospetto sull’affidabilità del velivolo e fare fioccare le disdette.
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Gli aerei rimasti negli hangar di Boeing sono stati talmente tanti che non solo la compagnia ha esaurito lo spazio in cui parcheggiarli nel giro di poche settimane, ma è stata anche costretta a inizio 2020 a fermare la produzione, con una perdita immediata di 10 miliardi di dollari che, però, secondo gli analisti è destinata a raddoppiare nel prossimo periodo.
Cosa succederà il 29 gennaio?
Non un periodo facile, insomma, per il Gruppo con sede nell’Illinois. Anche perché c’è il rischio che, prima di tornare a volare, il modello più venduto debba nuovamente ottenere il certificato. In più, sul calendario del nuovo Ceo di Boeing, David Calhoun, c’è una data segnata in rosso ormai drammaticamente dietro l’angolo: il 29 gennaio, giorno in cui saranno presentati agli investitori i risultati finanziari. Ecco perché era imperativo che il Boeing 777X si alzasse in volo prima della fine di gennaio, così da mandare un segnale rassicurante.