Nel team di lavoro un sacco di italiani. La nostra recensione per Nintendo Switch
La preistoria videoludica è una operazione di marketing ben riuscita. Gli sviluppatori di The Eternal Castle Remastered hanno aggiunto quest’ultimo termine al titolo proprio per suggerire l’obiettivo di riproporre sul mercato un fantomatico action 2D, vecchio del 1987 (con data di rilascio 5 gennaio). Peccato che The Eternal Castle non sia mai esistito: il videogioco in questione ha visto la luce soltanto nel 2019, nell’unica versione che StartupItalia ha testato su Nintendo Switch. Sono gli stessi creatori a svelare l’inganno nel press kit: «Il team è composto da tre appassionati sviluppatori indipendenti provenienti dall’Europa e da Los Angeles. Hanno messo tutta la loro mente e la loro anima per realizzare qualcosa che si avvicinasse il più possibile al gioco dei sogni che avrebbero voluto giocare da bambini». C’è molta Italia in questa software house: oltre a Leonard Menchinari compaiono Giulio Perrone e Daniele Vicinanzo.
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The Eternal Castle
Dalle serie main stream come Stranger Things, ai videogiochi indie come quello che stiamo recensendo, gli anni Ottanta sono un passato di cui avere sempre più nostalgia (per chi l’ha vissuto). Quel che fa di The Eternal Castle Remastered un titolo pregevole dell’universo indipendente non è la trama: il protagonista (uomo o donna, si sceglie in avvio), è il sopravvissuto che, di ritorno sulla Terra, deve farsi strada in un mondo post-apocalittico. Nulla di nuovo: il mondo andato in malora è stato un trend anche in questo 2020 videoludico. La gemma del titolo sta piuttosto nel lavoro grafico.
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Grazie a una pixel art retro, curata nei minimi dettagli, e a una tavolozza di colori essenziale, The Eternal Castle Remastered riesce a convincere il gamer di aver davvero in mano un gioiello vecchio di oltre trent’anni. A scorrimento orizzontale, il videogioco è un viaggio in un mondo in rovina, dove il protagonista può correre, saltare, rotolare e – naturalmente – combattere. Sono tanti e agguerriti i nemici che si incontrano lungo il cammino.
Il combattimento e la colonna sonora
Per quanto essenziale nella grafica, le meccaniche di combattimento non sono immediate. Si possono dare pugni e calci, ma spesso occorre rotolare per sfuggire a un attacco e colpire l’avversario alle spalle. Ci sono anche le armi da fuoco (10 in totale, ma i proiettili sono limitati).
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Il viaggio per la sopravvivenza è accompagnato dai silenzi e dalla atmosfere cupe, ma anche da una pregevole colonna sonora realizzata da un altro italiano, Giacomo Langella.
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Spezziamo dunque una lancia in favore del team di The Eternal Castle Remastered. Ci hanno ingannato, è vero, facendoci credere che il 5 gennaio 1987 il mondo abbia davvero conosciuto il primo capitolo della saga. Ma visto il prodotto indie, ben riuscito e fedele a quell’epoca, li abbiamo già perdonati. E voi?
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