Un po’ Risiko, un po’ Yu-Gi-Oh, con una eco lontana di Total War. Ecco lo strategico a turni della startup svedese Palindrome Interactive
Il fiorire di startup innovative in Europa sta contribuendo a fare del Vecchio continente un protagonista indiscusso del mercato dei videogames. Per decadi siamo rimasti a guardare mentre Giappone e Stati Uniti se la davano di santa ragione nel tentativo di primeggiare. Adesso è il nostro turno. Il gioco che recensiremo oggi, Immortal Realms: Vampire Wars, ci porta nella cittadina di Skövde, nella provincia di Västergötland, a diverse centinaia di chilometri da Stoccolma, nella parte meridionale della penisola scandinava.
Lo studio è stato fondato da 5 alunni dell’University of Skövde e conta oggi 16 membri
Lì ha sede la piccola ma promettente software house svedese Palindrome Interactive, fondata da 5 alunni dell’ateneo locale e oggi sotto l’ala del produttore tedesco Kalypso Media Group di Stefan Marcinek e Simon Hellwig. Una partnership importante perché ha permesso la distribuzione di uno strategico leggermente diverso dal solito, ambientato nel gotico mondo dei vampiri, Immortal Realms: Vampire Wars.
Il trono di paletti di frassino di Immortal Realms: Vampire Wars
Se pensate che i vampiri siano in lotta solo con chi vampiro non è, be’, non avete idea dell’incredibile complessità della situazione politica vampiresca. Una politica che, a differenza della nostra, non si limita all’insulto e all’invettiva: gli oppositori si eliminano fisicamente. Questo però dà vita a una lunga e sanguinosa (ovviamente, sono vampiri!) lotta intestina che vede più casate secolari riunirsi in fazioni contrapposte pur di ottenere il predominio del loro mondo oscuro. Chi sarà il re dei vampiri?
Poteva mancare il conte Dracula in un gioco sui vampiri? No, sul serio: poteva mancare?
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Come una sorta di Risiko dell’oltretomba, Immortal Realms: Vampire Wars è un lugubre strategico a turni che ricorda vagamente Total War, pur non raggiungendone mai la complessità di gameplay. Le regole sono infatti assai più semplici di quelle viste nella saga di sviluppata The Creative Assemblyma, ma rendono comunque l’eterna lotta tra le tre stirpi di vampiri – gli antichi Nosfernus, i potenti Dracul o i mistici Moroia – intrigante e soddisfacente.
Canasta col vampiro
Lo scopo del gioco è conquistare regioni e contee, sottraendole ai nemici. Le altre fazioni, ovviamente, non se le lasceranno sfilare da sotto il mantello, ma opporranno resistenza, frapponendo tra voi e il vostro obbiettivo le loro truppe. Qui entrano in scena le carte da gioco alla base delle nostre battaglie: pozioni, magie e oggetti di varia natura arriveranno casualmente, sotto forma di carte, da pescare dal mazzo. Ogni clan e signore vampiro ha accesso al proprio deck, con cui sarà possibile creare combinazioni differenti.
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Lo strategico di Palindrome Interactive, disponibile per PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One e Microsoft Windows vi chiederà di pianificare con attenzione ogni mossa: le regioni non sono tutte uguali, alcune saranno più fortificate di altre, diverse permetteranno di stringere alleanze e ottenere truppe supplementari o di acquistare nuove carte per il proprio mazzo. Una volta conquistati, villaggi, caserme, fattorie e castelli dovranno pagarci regolarmente dei tributi e inviarci membri per rafforzare le nostre file. E si procede nel tentativo di predominio sulle altre casate, in un cammino che si dipana lungo 12 missioni.
Conquistare fortezze e villaggi è essenziale per mettere assieme un esercito davvero portentoso
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Il conte Dracula sarebbe un buon sindaco?
Rispetto a strategici più complessi, la gestione dei domini è piuttosto semplificata. Praticamente va da sé. Non ci si cala mai nelle panni di un governante. Certo, non è Sim City e il conte Dracula ha sempre preferito la guerra alla realizzazione di opere pubbliche o a prestare orecchio alle lamentele dei mezzadri e dei contadini del suo feudo, ma avremmo voluto trovare una profondità maggiore. Anche il fatto che la valuta sia una, ossia il sangue, e debba essere usata per tante cose differenti, dal potenziamento dei ranghi del proprio esercito all’acquisto delle carte, non ci ha proprio soddisfatto.
Finita la parentesi gestionale, torniamo a dove avevamo lasciato i nostri vampiri, ovvero al campo di battaglia. Quando il vostro esercito si scontrerà con le truppe nemiche, verrà fornito uno zoom di quell’area. Di fatto, ci troveremo su di una scacchiera, con la necessità di sfruttare i punti strategici offerti dal terreno a nostro vantaggio. I migliori sono le caselle bonus che donano power up e incrementi delle statistiche temporanei: la prima cosa da fare sarà raggiungerli sottraendoli all’influenza dell’avversario.
Il combattimento avviene su di una scacchiera
Il fatto che le tre famiglie di vampiri abbiano eserciti, poteri e mazzi differenti spinge in alto il parametro della longevità : finita la campagna, che a onor del vero non dura troppo (ma presenta una buona curva della difficoltà e ha cura di introdurre passo dopo passo ogni singola novità di gameplay, così da non farvi sentire mai schiacciati dal peso delle regole da imparare) può facilmente capitare di non sentirsi ancora del tutto sazi e di aver voglia di riniziarla con un altro clan. In più, è affiancata da una modalità sandbox utile per il gioco libero.
Insomma, Immortal Realms: Vampire Wars è davvero un buon prodotto, pensato soprattutto per chi non vuole essere travolto dalle complessità e delle lungaggini degli strategici più famosi. La sua struttura, assai più snella e flessibile di un Total War, lo rende adatto anche ai neofiti del genere e a coloro che cercano partite mordi-e-fuggi. Per questo potrebbe essere una buona idea valutarne l’acquisto su Switch, che consente di portare avanti la lotta tra vampiri anche mentre si è in metro o nella sala d’aspetto del dentista.