Sobaka Studio se ne esce con un picchiaduro orientale magnetico
I cattivi gli distruggono il villaggio e lui è l’unico sopravvissuto. Salvato da un gruppo di monaci guerrieri inizia il percorso che lo porterà alla vendetta ma, cosa ben più importante, alla scoperta della vera forza interiore e bla, bla, bla. Ora: quante trame potrebbero essere messe sotto questo cliché narrativo? Per fortuna della storia possiamo anche fregarcene, perché il gameplay basta e avanza. 9 Monkeys of Shaolin è il nuovo titolo sviluppato dalla software house russa Sobaka Studio. Del genere beat’em up, lo abbiamo giocato su Nintendo Switch provando non poco soddisfazione nel far piazza pulita di orde di nemici con cazzotti, calci volanti e altre mosse di cui non conosciamo nemmeno il nome. Questa è la recensione di StartupItalia.
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9 Monkeys of Shaolin
Sviluppato in capitoli, 9 Monkeys of Shaolin è un videogioco a scorrimento orizzontale con un notevole lavoro sulla profondità grafica dei luoghi e sui movimenti che – per quanto ridotti – non si limitano in un continuo avanti-avanti-avanti. Dopo la distruzione del suo villaggio e l’uccisione del nonno, il protagonista Whei Cheng, pescatore e combattente in erba, decide di vendicarsi e da un monastero di monaci guerrieri fa partire il suo viaggio. Per quanto ricco di dialoghi con gli NPC e con approfondimenti sul contesto storico della Cina medievale, dobbiamo ammettere di aver saltato più e più volte i dialoghi sullo spirito e sul senso di vendetta del nostro eroe per passare alla missione successiva.
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In una logica RPG, 9 Monkeys of Shaolin permette al giocatore di raccogliere punti alla fine di ogni missione – durano una manciata di minuti – da spendere nell’albero di potenziamento dentro il monastero-menu. Oltre a diventare più forti e letali, le nostre uscite in mezza Cina ci regaleranno armi e altri oggetti. Il lavoro di sviluppo della software house è stato davvero profondo nel ricreare le ambientazioni, sempre diverse fra loro e con un sacco di variabili (l’acqua alta che impedisce la corsa, le canne di bambu che rendono difficili i movimenti e il buio). Il crafting è ridotto al minimo: le casse e le botti contengono varie miscele di tè – dal verde al giallo – che ridaranno stamina o potenzieranno i danni in attacco.
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Picchiaduro da matti
Ma qual è la cosa che più convince di questo videogioco? Il combattimento: mai banale e sempre in crescendo con nuove mosse e combo da attivare. Se all’inizio vi potrà sembrare che tutto si limiti a pugni e calci date un pò di tempo al vostro addestramento: nuovi armi apriranno le porte a nuove abilità davvero kungfuiche. Come spesso accade nei picchiaduro a volte capita di gasarsi e di far andare le dita sui tasti un pò a casaccio, soprattutto se l’esito è comunque vittorioso. Le mosse non sono poche e impararle a memoria è senz’altro più noioso che improvvisare sul campo. Ogni volta che apprenderemo qualcosa di nuovo avremo un’ arena per simulare tutto in completa sicurezza, massacrando di botte uno sfortunato allievo del monastero.
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In poco più di cinque ore 9 Monkeys of Shaolin si butta giù che è un piacere. Ma la longevità del titolo è potenziata dal livello di difficoltà con cui possiamo affrontare la nostra carriera da monaci guerrieri. Partendo da novellini possiamo scalare la vetta dell’abilità per affrontare nemici sempre più veloci e forti.
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