Alcune iniziative per recuperare e riutilizzare dispositivi elettronici senza gravare sull’ambiente. O per ripararseli in proprio
L’economia circolare e il diritto alla riparazione, sancito dal Regolamento europeo 2021/341 in vigore dallo scorso marzo in tutti i 27 paesi dell’Unione, iniziano a sostanziarsi con iniziative concrete. In certi casi benefiche, in altri palesemente commerciali (ma comunque legate a iniziative sociali), in altri ancora a metà strada fra le due. Si tratta in certi casi di progetti magari limitati ma destinati a crescere e in altri di iniziative lanciate invece da colossi, che hanno tutti i mezzi per poterle condurre al successo. Vediamone alcune.
Vodafone e il progetto col carcere di Bollate per l’economia circolare
Vodafone ha appena lanciato un progetto di economia circolare che consente a chiunque, a partire dal 22 novembre e per le successive tre settimane, di portare un vecchio smartphone in un Vodafone Store. Se il dispositivo vale ancora qualcosa, il cliente otterrà uno sconto sull’acquisto di un nuovo prodotto nell’ambito della campagna Smart Change. Destinando il suo usato a un nuovo utilizzo. Se invece, pur funzionante, non vale più nulla, il cliente potrà donarlo. A quel punto il telefono sarà avviato a ricondizionamento integrale (o di alcune parti potenzialmente utili) a opera dei detenuti del Carcere di Bollate, a Milano, nell’ambito di un progetto volto al reinserimento nel mondo del lavoro dei detenuti e all’economia circolare.
Nello specifico, a occuparsi dell’operazione sarà Fenixs, un’impresa sociale che opera nella II Casa di reclusione di Milano-Bollate: lavora nel reinserimento nel mondo del lavoro i detenuti, impiegandoli nel ricondizionamento del materiale informatico dismesso da precedente utilizzo. Due le attività del progetto: la prima – che è anche l’attività nativa dell’impresa sociale – vede il ricondizionamento di materiale informatico dismesso con l’obiettivo di ridurre la quantità di rifiuti elettronici e di portare sul mercato prodotti altrimenti destinati alla distruzione; la seconda, attiva da un paio di anni, è quella di trattamento dei cosiddetti Raee, Rifiuti ambientali elettrici ed elettronici, svolta grazie al supporto di una società terza che ha avviato un impianto autorizzato alla gestione e al trattamento dei rifiuti elettronici proprio all’interno del carcere di Bollate. Una ulteriore iniziativa legata all’economia circolare che già da tempo Vodafone mette in campo è infine quella che passa dalla rigenerazione delle Vodafone Station: i clienti hanno la possibilità di restituire i router e altre apparecchiature utilizzate per la linea fissa permettendo così all’azienda di rigenerarle e riutilizzarle.
Circola.re, la piattaforma nazionale per le famiglie in difficoltà
Sempre rimanendo al mercato nazionale, lo scorso ottobre è partita Circola.re, la prima piattaforma di raccolta di dispositivi elettronici usati a favore degli studenti. Un’iniziativa alla quale, fra l’altro, operazioni come quella lanciata da Vodafone dovrebbero guardare con attenzione. Messa in piedi da diversi soggetti (il sito riCompro e il distributore energetico Go On insieme a un gruppo di organizzazioni no profit e associazioni come PcOfficina e restart) è partita da Milano, Torino e Lodi. L’obiettivo è raccogliere, rigenerare e donare i dispositivi alle famiglie che ne sono prive: secondo le stime dell’alleanza la carenza di strumenti informatici, assenti o in condivisione forzata con altri componenti della famiglia (abbiamo toccato con mano il problema nel corso dei mesi di lockdown, didattica a distanza e telelavoro) ammonta nel nostro paese a circa 280mila dispositivi. Eppure gli smartphone da riciclare non mancherebbero: oltre la metà degli italiani, infatti, conserva in casa, magari nei meandri di un cassetto o di un ripostiglio, uno o più dispositivi come telefoni, tablet o portatili che magari, cambiando la batteria ed effettuando gli aggiornamenti di sistema operativo e sicurezza, sarebbero ancora perfettamente funzionanti. L’idea di Circola.re è estendere la rete di raccolta a tutto il paese entro il 2022. I dispositivi donati non si perderanno nel nulla: saranno tracciati digitalmente, per garantire la massima trasparenza a chi li ha offerti, e distribuiti alle associazioni aderenti per effettuare un’ulteriore cancellazione dei dati a tutela della privacy dei donatori. Alla fine verranno divisi in tre gruppi: quello dei gadget buoni per la didattica a distanza, subito distribuiti a studenti e famiglie in situazioni di necessità; quelli da rottamare che verranno conferiti ai consorzi che raccolgono Raee dopo la rimozione dei pezzi utili a riparare altri dispositivi; infine quelli con valore elevato e in ottime condizioni che verranno commercializzati da riCompro così da alimentare un fondo per l’acquisto e la donazione di altri dispositivi.
Il Self-Service Repair Program di Apple
L’ultima mossa, su scala invece globale anche se si partirà dagli Stati Uniti, è quella di Apple. La Mela ha infatti appena lanciato un programma di riparazioni fai-da-te. Si chiama Self-Service Repair Program e consentirà a chiunque lo voglia – e si senta sufficientemente esperto per farlo – di acquistare i pezzi necessari e scaricare i manuali per intervenire sui prodotti. Per ora solo sui più recenti iPhone, i modelli 12 e 13, ma più avanti anche sui Mac con chip M1 e in più mercati internazionali. Cupertino metterà a disposizione i componenti allo stesso prezzo a cui li propone ai riparatori terzi (che già da tempo, fra l’altro, seguono corsi specifici dedicati ai prodotti Apple), a patto di ricevere indietro i pezzi rotti da riciclare. In questo modo il gruppo risponde sia al clima che sta cambiando in Europa sia alla spinta negli Stati Uniti, dove un ordine esecutivo di Joe Biden ha chiesto alla Commissione antitrust di predisporre regolamenti e norme per favorire questo tipo di interventi in autonomia. Occhio però: se durante il tentativo di riparazione doveste combinare pasticci, la garanzia del prodotto sarà invalidata. Meglio metterci le mani solo se davvero in grado di cavarsela fra schede, moduli fotografici e sensori.