La vicenda è iniziata a febbraio 2023 quando la commissaria sulla sicurezza online ha posto alcune domande alle Big Tech
Per entità la multa non dovrebbe impensierire più di tanto le casse di X, ma la notizia che arriva dall’Australia merita comunque attenzione dato il tema, ovvero le politiche della piattaforma per contrastare materiali pedopornografici e di abuso sui minori. In base all’Online Safety Act l’ex Twitter è stato multato con 610mila dollari dal regolatore australiano per la sicurezza online. L’Australian Financial Review ha ripercorso la vicenda, iniziata a febbraio 2023, quando l’ente aveva spedito una serie di domande a società come X, TikTok, Google e altre Big Tech, chiedendo risposte chiare entro 35 giorni sulla questione.
Da allora, come ha spiegato la commissaria Julie Inman Grant, X non ha mai risposto ad alcune importanti domande. A sette mesi da quella prima richiesta è così arrivata la sanzione che non mette a rischio le finanze della società – la Ceo Yaccarino ha detto che nel 2024 arriveranno i primi profitti dell’era Musk – ma mette comunque in imbarazzo l’azienda su una materia sensibile come quella della tutela dei minori online.
«Francamente sono rimasta sorpresa da quanto sia stato difficile estrarre informazioni precise e accurate, e francamente sono rimasta sorpresa dal fatto che alcune aziende che dovrebbero avere sistemi e risorse molto più sofisticati e maturi non sembravano disposte o in grado di fornire quelle informazioni», ha dichiarato la commissaria Inman Grant al Guardian. Ad esempio X non ha risposto alle domande riguardanti il tempo necessario per individuare un contenuto da rimuovere e alle tecnologie utilizzate per contrastare determinati materiali. Google non è stata ancora multata, ma ha ricevuto un avvertimento ufficiale.