Il team di ricerca usa dispositivi di elettromiografia collegati a un algoritmo basati su ChatGPT 3.5 per sviluppare soluzioni avanzate anche in ambito medico
Tradurre i pensieri in parole. Impossibile? Non per Unbabel, startup che si occupa di traduzione automatica e si sta dedicando allo sviluppo di un’avanzata tecnologia per mettere per scritto ciò che ci frulla nella testa, e viceversa. Il CEO di Unbabel, Vasco Pedro, ha deciso di investire il 20% delle risorse dell’azienda allo sviluppo di nuove idee per mettere in pratica il suo ambizioso progetto.
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I dettagli del programma
Il team di innovazione di Unbabel, guidato da Paulo Dimas, usa dispositivi di elettromiografia collegati a un algoritmo LLM. Se la persona pensa una parola, il sistema la traduce, rendendo possibile una forma di comunicazione linguistica. L’algoritmo va addestrato per ogni singolo individuo, ma, secondo il team, con questo metodo potrebbe essere possibile anche creare una forma basilare di linguaggio. Al momento, il sistema di base usato da Unbabel è ChatGPT 3.5. Il dispositivo di elettromiografia che utilizza la startup è semplice ed economico e può essere semplicemente indossato a un braccio. Un sistema che potrebbe renderci veramente telepatici? Solo il tempo sarà in grado di dare delle risposte. Nel frattempo, Unbabel sta pensando anche a sviluppare una serie di soluzioni per la telemedicina, in particolare rivolte a pazienti affetti da SLA. Il prototipo, a detta del team, è già stato approvato dalla principale associazione per la SLA in Portogallo e potrebbe essere distribuito ai primi pazienti già a Natale.