Il pivot è “figlio” anche della guerra commerciale tra Washington e Pechino
«Saremo per sempre grati a tutti i consumatori che hanno acquistato un drone Skydio. Ci auguriamo che il prodotto vi sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a noi costruirlo». Con queste parole il Ceo della startup americana Skydio, Adam Bry, ha annunciato un’importante novità: d’ora in avanti l’azienda non venderà più ai consumatori, ma si concentrerà soltanto su clienti industriali. Fondata al MIT di Boston nel 2015 da tre amici, Skydio ha raccolto in questi anni 570 milioni di dollari (dato ripreso da Crunchbase) e nel febbraio scorso ha chiuso il round serie E da 230 milioni.
Come si legge su The Verge la scelta di Skydio di abbandonare il segmento consumer non ha sorpreso tutti. Da tempo si vociferava di un pivot per consentire alla startup di focalizzare tutto il proprio impegno nello sviluppare e vendere droni da destinare all’industria. «I nostri droni – ha detto il Ceo – stanno rendendo più sicure e più efficienti le industrie su cui si basa la nostra civiltà: sicurezza pubblica, trasporti, energia, costruzioni e difesa».
Tra i competitor di Skydio sul mercato c’è senz’altro DJI, società cinese leader nella drone economy. Verticale, a quanto pare, nel quale lo scontro tra Washington e Pechino è particolarmente acceso. Sono state in effetti proprio le decisioni della Casa Bianca sotto la presidenza Biden ad aver favorito il business dell’azienda americana: una volta messi al bando nel 2021 i droni prodotti in Cina per questioni di sicurezza, Skydio ha aumentato la propria valutazione da 1 miliardo a 2,2 miliardi nel giro di un anno.
La drone economy a livello globale non è certamente tra le più redditizie, ma resta comunque una nicchia vivace e in crescita. Nel 2019 il mercato registrava un giro d’affari complessivo di 4,14 miliardi di dollari. Quest’anno soltanto negli Stati Uniti le previsioni parlano di un mercato da oltre 6 miliardi di dollari. E in Italia? Secondo i recenti dati dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano rincorriamo molto da lontano con un giro d’affari da 118 milioni di euro nel 2022 (+21% rispetto al 2021).