Dopo aver mandato a casa 600 impiegati a gennaio, la big tech svedese riorganizza l’unità dedicata al broadcasting
In arrivo un’altra ondata di licenziamenti che coinvolgono le big tech in prima persona. Questa volta a farne le spese sono i dipendenti di Spotify che lavorano nella sezione podcast: un settore che, nonostante stia crescendo notevolmente a livello globale, a quanto pare non è esente da tagli sul personale. Già lo scorso gennaio la big tech svedese aveva mandato a casa 600 impiegati. Il CEO, Daniel Ek, aveva commentato così l’accaduto: «Decisione difficile, ma necessaria». Adesso a vedersela con le conseguenze dei progetti di ottimizzazione che coinvolgono le aziende tecnologiche sono gli esperti di podcast di Spotify.
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Perché anche Spotify licenzia
Il taglio del personale annunciato da Sahar Elhabashi, vicepresidente e responsabile della divisione Podcast Business di Spotify, riguarda 200 dipendenti della piattaforma destinata all’unità podcast. La mossa, decisa per ottimizzare la gestione dei podcast riducendo le uscite, servirà ad attirare a se Parcast e Gimlet, i due network di produzione di contenuti digitali e podcast, acquisiti nel 2019, che si uniranno alla divisione Spotify Studios.
In una nota diffusa online dallo stesso vicepresidente si legge: «Stiamo allargando le opportunità di partnership con i principali podcaster di tutto il mondo con un approccio su misura ottimizzato per ogni programma e creatore. Questo passo è fondamentale per avere una proposta più uniforme, che ci consentirà di supportare meglio la comunità dei creatori. Tuttavia, farlo richiede un adattamento; negli ultimi mesi, il nostro senior leadership team ha lavorato a stretto contatto con le risorse umane per determinare l’organizzazione ottimale per questo prossimo capitolo. Di conseguenza, abbiamo preso la decisione difficile ma necessaria di effettuare un riallineamento strategico del nostro gruppo e ridurre il nostro verticale addetto ai podcast e altre funzioni di circa 200 persone, ovvero il 2% della forza lavoro di Spotify. Sfortunatamente, questo significa dire addio a colleghi e amici stretti. Sappiamo che notizie come questa non sono mai facili, soprattutto per coloro che ne sono interessati in prima persona. E non sono qualcosa che prendiamo alla leggera. Voglio esprimere il mio apprezzamento per tutto ciò che coloro che se ne sono andati hanno fatto per il podcasting e per Spotify».