Il mercato delle traduzioni vale circa 60 miliardi di dollari ed è in gran parte gestito da poche agenzie che operano a livello globale. «Ci sentiamo Davide contro Golia ma proviamo a rivoluzionare un settore per il cliente poco trasparente e asimmetrico», raccontano Marco Baglioni e Michele Fariselli, i fondatori di Aqrate
Quando si può definire un’azienda disruptive? Secondo Clayton Christensen che coniò il termine nel 1997, si tratta di quelle piccole aziende che, con pochi mezzi, entrano in un certo mercato e sovvertono l’ordine consolidato. Non è la sola caratteristica. Le aziende disruptive puntano su un segmento trascurato ed hanno una strategia aziendale che si concentra più sul modello di business che sul solo prodotto. Questo significa perseverare e vincere le tentazioni di monetizzare subito. Ebbene, a Bologna esiste una PMI innovativa che risponde a tutti questi requisiti: Aqrate.
Due compagni di scuola si ritrovano
Marco Baglioni e Michele Fariselli, i fondatori di Aqrate, sono due amici di vecchia data fin dai tempi della scuola. Le loro vite si separano dopo il liceo. Michele inizia alcune attività imprenditoriali di successo, tra cui la creazione di una software house per la gestione del personale mentre Marco, inizia a lavorare per una delle più grandi agenzie di traduzioni. «Mi resi subito conto che il mercato delle traduzioni non era assolutamente trasparente e presentava asimmetrie» spiega Baglioni. Quando serve una traduzione, si invia il file da tradurre all’agenzia la quale effettua il conteggio delle parole usando software dedicati e presenta un preventivo che viene accettato o meno. «Il cliente non ha alcun modo di verificare quante siano le parole da tradurre». E’ una manifestazione di fiducia cui il cliente non può sottrarsi. Ma con Marco e Michele non funziona così. «Non ci sostituiamo all’agenzia, non realizziamo le traduzioni, semplicemente prendiamo in carico la parte dell’analisi che fino ad oggi veniva svolta dall’agenzia e lo facciamo in modo più efficiente, consentendo recuperi molto maggiori. E così facendo il cliente può continuare ad avvalersi dei propri traduttori di fiducia.»
Come funziona Aqrate
L’azienda bolognese ha lavorato per anni allo sviluppo di algoritmi che consentono di recuperare maggiormente dallo storico tradotto, riducendo ancora di più la parte da tradurre. «Quando lavoravo nell’agenzia di traduzione mi sono reso conto di quanti soldi il cliente avrebbe potuto risparmiare ma non era consapevole del problema. E’ così che abbiamo deciso di creare una piattaforma web che restituisce al cliente il controllo del proprio storico tradotto ed effettua conteggi efficienti».
«Negli anni abbiamo avuto una crescita lenta ma continua, la cosa difficile è farci conoscere»
Facciamo un esempio. Se devo tradurre la frase “il fatturato è cresciuto negli ultimi 2 anni” oppure “il fatturato è cresciuto negli ultimi due anni”, i software generalmente usati dalle agenzie di traduzione, identificano queste due frasi “simili” ma non “uguali” generando un costo maggiore. In pratica vanno tradotte due volte. «Direte voi: “dettagli”. Beh, non è proprio così perché le grandi aziende che devono gestire elevati volumi di traduzione, con questi dettagli possono risparmiare anche milioni di euro come è successo ad alcuni dei nostri clienti. Tutto questo è possibile semplicemente fornendo al cliente il controllo di ciò che traduce e non affidandosi ciecamente all’agenzia».
Quanto vale il mercato
Il mercato mondiale delle traduzioni vale circa 60 miliardi di dollari l’anno ed è in gran parte gestito da poche agenzie che operano a livello globale. In pratica è una sorta di oligopolio, come le sette sorelle per il petrolio, che detta le regole, sviluppa gli algoritmi e dice al cliente quanto deve pagare. «Aqrate vuole rendere il mercato più trasparente e competitivo, introducendo maggiori controlli qualitativi. Se vado a fare benzina ma il contatore del distributore è rotto e mi viene presentato il conto di 30 euro, anche se sono amico del mio benzinaio, credo sia giusto avere il diritto di sapere quanta benzina è entrata nel serbatoio. Ecco, il mondo delle traduzioni, prima di Aqrate, funzionava proprio così».
Un modello disruptive?
Michele Fariselli, che ha lavorato nel mondo del business application per anni, conosce bene quel mercato. «Tutte le software house si fanno pagare una licenza di utilizzo e manutenzione, con Aqrate siamo andati controcorrente». Nel corso degli anni Marco e Michele hanno osservato quanto sia possibile risparmiare effettuando conteggi più efficienti. «Fondamentalmente all’azienda non costa niente Aqrate perchè il modello di business si basa sul success fee. Se un’azienda prima di Aqrate spendeva 100.000 euro l’anno, con Aqrate può ridurre la spesa fino a 40.000 euro e, negli anni successivi, ancora di più. Quei 60.000 euro di risparmio vengono divisi tra noi e il cliente» afferma Fariselli.
«Vogliamo rendere il mercato più trasparente e competitivo, introducendo maggiori controlli qualitativi»
Come era prevedibile quando un’innovazione cerca di sovvertire gli equilibri consolidati trova delle resistenze come è accaduto ad Aqrate. Se alcune agenzie di traduzione vedono nell’azienda bolognese una minaccia perché vedono ridotti i loro fatturati, altre ne hanno colto l’opportunità. «Restituendo il controllo al cliente, abbiamo eliminato le barriere all’ingresso perché fino ad oggi, è prassi che un’azienda lavori con la stessa agenzia di traduzione che custodisce tutto lo storico tradotto. Grazie ad Aqrate questo non è più vero e molte agenzie sono riuscite a lavorare con clienti con cui non avevano mai collaborato» dice Baglioni. Aqrate ha un segmento di mercato ristretto. Si rivolge a quelle grandi aziende che operano in contesti internazionali come quello tecnico, meccanico, automotive, farmaceutico e altri.
«Ci sentiamo come Davide contro Golia. Una strada che è spesso in salita, ma quando un management illuminato riesce a capire i vantaggi di Aqrate, non torna più indietro». Tra le difficoltà che Marco e Michele ricordano c’è un episodio che li ha fatti riflettere. «Parlavamo con il management di una grossa azienda a cui illustravamo i risultati dei test che simulavano un risparmio di oltre il 65%. Si alzò il capo degli acquisti e ci disse che un risparmio così avrebbe messo in difficoltà i rapporti storici con il proprio fornitore di traduzione. Ci siamo chiesti: se avesse dovuto pagare di tasca sua, si sarebbe posto lo stesso problema?».
Perseveranza, è una delle parole citate da Christensen. Essendo quello delle traduzioni una nicchia molto ristretta, l’azienda bolognese non è mai riuscita ad ottenere round di finanziamenti per poter crescere rapidamente. «Negli anni abbiamo avuto una crescita lenta ma continua, la cosa difficile è farci conoscere e soprattutto far capire alle grandi aziende che hanno un problema e che possono risparmiare centinaia di migliaia di euro». Nel 2021 Aqrate è sbarcata anche negli Stati Uniti con alcuni clienti tra cui la no profit Lean In fondata da Sheryl Sandberg ex coo di Facebook.
La soddisfazione più grande è arrivata nel 2022 quando Leonardo Global Solutions, società che gestisce il procurement del Gruppo Leonardo (azienda italiana della difesa e aerospazio) ha adottato Aqrate per la gestione delle traduzioni. «La soluzione Aqrate si è ben integrata nei nostri processi per far fronte ad esigenze di traduzioni in contesti molto diversificati. Attraverso una costruttiva collaborazione con la filiera già impegnata per questi servizi è stato possibile riscontrare risultati sia in termini qualitativi che di efficienza economica fin da subito. Un esempio concreto di Open Innovation a valore aggiunto e di collaborazione tra industria e PMI, sul quale riflettere come modello per altre esperienze» afferma l’ingegner Michelangelo Fani, responsabile delle Prestazioni e Servizi Digitali Direzione Procurement & Supply Chain e Servizi Digitali. Come tutte le aziende disruptive anche Aqrate ha deciso di resistere alla tentazione di vendere il proprio algoritmo alle agenzie di traduzioni per una facile monetizzazione. Marco e Michele non sono nemmeno spaventati dall’avvento della traduzione automatica e dell’intelligenza artificiale in generale in quanto potrebbe favorire ulteriore sviluppo dei loro algoritmi di ottimizzazione. «La nostra mission è quella di rendere più trasparente il mondo delle traduzioni. Sappiamo che non sarà facile ma la perseveranza ci ha dato ragione e conquistare la fiducia di aziende come Leonardo, Sacmi, Rainbird, non è cosa da poco. Vorremmo allargare questa famiglia di aziende illuminate», concludono i due fondatori di Aqrate.