Dalla descrizione ai rapporti con gli altri utenti fino alla scelta della foto e alle esperienze lavorative da enfatizzare o ancora all’uso degli strumenti integrati da adottare nella piattaforma: Cristiano Carriero (La Content) ci spiega perché è importante muoversi con consapevolezza sul social professionale
Il mercato delle risorse umane sta assistendo a una trasformazione profonda e ormai inarrestabile dei paradigmi e delle dinamiche di recruiting, specialmente dopo il terremoto costituito dalla pandemia. In Italia, per esempio, sono oltre 1,6 milioni le dimissioni registrate nei primi nove mesi del 2022, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 quando ne erano state registrate più di 1,3 milioni. Numeri forniti dal ministero del Lavoro che disegnano da una parte la concretezza del fenomeno ribattezzato “great resignation”, dall’altra le opportunità legate a risorse fresche che si sono volontariamente messe sul mercato, in cerca di nuovi sbocchi non solo in chiave autonoma.
Cristiano Carriero
Due anni fa, a livello mondiale, sono stati registrati 25 milioni di lavoratori dimissionari solo negli ultimi sei mesi del 2021. E se anche alcune tendenze degli ultimi tempi segnalerebbero un fisiologico raffreddamento di questo flusso, si tratta di numeri incontrovertibili che indicano una profonda mutazione delle aspirazioni professionali con cui i lavoratori leggono il mercato e scelgono di posizionarsi al suo interno. Non è un caso che, proprio sull’onda di questo scenario del tutto ribaltato, stiano nascendo nuove realtà come la startup italiana 7Seconds, una società che cavalcando i profondi segnali di cambiamento aiuta i professionisti a collocarsi nel modo migliore sul mercato del lavoro per trovare finalmente il posto ideale.
Il nome della startup è mutuato dalla convinzione secondo cui l’impressione su di una persona nei confronti di un’altra si formi nei primi sette secondi dell’incontro e, se si pensa al mondo professionale, si capisce quanto sia importante sapersi presentare in modo concreto e al contempo coerente. Ma moltissime delle dinamiche lavorative transitano ormai dagli strumenti digitali dedicati, a partire da LinkedIn, ormai l’equivalente di quei “sette secondi” trascorsi faccia a faccia.
La parola all’esperto
Ma come si fa a compilare in modo efficace il proprio profilo sul social network professionale controllato da Microsoft? Abbiamo chiesto a Cristiano Carriero, fondatore dell’agenzia di comunicazione e formazione La Content e autore ben noto su questi argomenti, sette consigli su come muoversi con più strategia su LinkedIn.
Su tutti, c’è senz’altro quello di scegliere una job description che identifichi il proprio lavoro in maniera autorevole, originale ma senza troppe iperboli. “Parole come ‘guru’, ‘champions’ o manager se hai iniziato a lavorare da pochi anni, lasciano il tempo che trovano. È importante posizionarsi bene, con una descrizione chiara nella bio e un sommario che descriva i propri punti di forza e i traguardi raggiunti” spiega l’esperto. Bisogna poi tenere d’occhio, come su altri social, l’aspetto dell’immagine: “Bastano pochi scatti, ma che siano coerenti con il proprio lavoro – spiega Carriero – una volta LinkedIn era sinonimo di “giacca e cravatta” per gli uomini e tailleur per le donne. Oggi non è più così. Con l’abito che scegliamo si comunica la personalità, il tono di voce, il nostro essere formali o informali. E allo stesso modo facciamo con la nostra postura (braccia incrociate o mani in tasca), con il sorriso e con lo sguardo. Tutti elementi da considerare con grande attenzione”.
Anche sul curriculum lavorativo si accumula spesso una serie di disattenzioni: “Dedica un paio d’ore a rivedere le tue esperienze professionali – suggerisce Cristiano Carriero – non solo data di inizio e fine, ma anche cosa hai fatto, in cosa hai contribuito, se e quanto sei cresciuto/a”. Un buon suggerimento è chiaramente taggare le aziende per le quali si è lavorato e se possibile condividere dei progetti di successo pubblicati sulle loro pagine (video, presentazioni, link a iniziative in cui tu hai avuto un ruolo). Utile, poi, misurarsi con la creatività, per quanto possibile su una piattaforma del genere: “Integra LinkedIn con gli strumenti interni, su tutti la possibilità di usare il blog (Pulse), la newsletter, SlideShare. Se hai poco tempo quest’ultimo strumento è eccezionale: ti permette di caricare delle presentazioni (Power Point, Keynote, pdf), ovviamente senza dati sensibili, e utilizzarle per indicizzare ancora meglio il proprio profilo. Con contenuti autorevoli”.
Non basta sfruttare gli strumenti, occorre popolarli di contenuti: “Pensa a un piccolo piano editoriale – aggiunge l’esperto – un post alla settimana va benissimo per iniziare. Un modo per utilizzare LinkedIn per quello che è, cioè un social network. E per far conoscere le proprie competenze, il proprio approccio al lavoro e la propria autorevolezza”. Se si ha poco tempo, meglio condividere i contenuti della propria azienda ma aggiungendo almeno due o tre righe per personalizzare il messaggio. “Intervieni nelle discussioni altrui con commenti di valore – ricorda Carriero – non solo applausi e frasi preconfezionate. Fallo con la tua personalità, cercando di aggiungere sempre valore, anche a costo di prendere posizione e mostrarsi in disaccordo. L’importante è farlo sempre con educazione”. Come su tutti i social, è bene tenere a mente che i commenti li leggono tutti. Non commentiamo solo per l’interlocutore diretto, ma per tutta la community.
Cristiano Carriero
Ultimo punto, la discrezione nelle comunicazioni private: “Non sprecare tutto usando la messaggistica privata per fare spendere dei tuoi prodotti o servizi. I messaggi non sono una zona franca. La stessa autorevolezza, serietà, affidabilità va mantenuta con quel mezzo. Presentati, dimostra di conoscere e apprezzare l’interlocutore, solo in seguito presenta i tuoi servizi (magari dal terzo messaggio in poi)”.