La proroga dovrebbe consentire a contrastare la concorrenza di USA e Cina nel settore del green e a evitare la fuga delle aziende di cleantech negli Stati Uniti
La Commissione europea ha deciso di prorogare l’allentamento delle regole comunitarie sugli aiuti di Stato che già erano state allentate in seguito all’invasione russa dell’Ucraina e alla conseguente crisi energetica. Una deroga straordinaria che rimarrà in vigore fino alla fine del 2025. Ma quale è il motivo?
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Contro l’esodo “green”
Nelle intenzioni della Commissione, il nuovo impianto normativo – che prevede anche la cosiddetta “matching clause” – dovrebbe consentire ai ventisette Paesi membri di contrastare meglio la concorrenza di Cina e Stati Uniti. In particolar modo, l’intento è quello di scoraggiare principalmente le aziende che operano nel settore del cleantech a trasferirsi negli Stati Uniti, dopo che l’amministrazione di Joe Biden ha varato l’Inflation Reduction Act (Ira), un piano di sussidi da 369 miliardi di dollari. Nei prossimi dieci anni, infatti, l’Ira distribuirà fino a 369 miliardi di dollari in crediti d’imposta e sconti per aiutare le aziende ad aumentare la produzione di tecnologie green all’avanguardia sul territorio degli Stati Uniti. «Il quadro che abbiamo adottato offre agli Stati membri la possibilità di concedere aiuti di Stato in modo rapido, chiaro e prevedibile – ha spiegato la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager – Le nostre regole consentiranno ai paesi membri di accelerare gli investimenti a zero emissioni, proteggendo al tempo stesso il libero accesso al mercato unico così come gli obiettivi di coesione. Le nuove regole sono proporzionate, mirate e temporanee».
Margrethe Vestager
Cosa ha deciso la Commissione europea
Sono stati necessari tre mesi di consultazioni per arrivare alla decisione, da parte della Commissione europea, di prorogare l’allentamento delle regole comunitarie sugli aiuti di Stato. Proroga che rimarrà in vigore sino al 31 dicembre del 2025, con la possibilità, per i governi, di aiutare l’industria a zero emissioni. «La misura riguarda, in particolare, i programmi per accelerare l’uso di fonti energetiche rinnovabili così come lo stoccaggio e i programmi per la decarbonizzazione dei processi di produzione industriale», ha continuato Vestager. Con l’approvazione di una serie di emendamenti, la Commissione europea vuole rendere più semplici le condizioni per la concessione di aiuti pubblici a progetti di piccole dimensioni e a tecnologie meno mature come l’idrogeno rinnovabile, estendere le possibilità di sostegno alla decarbonizzazione dei processi industriali passando a combustibili derivati dall’idrogeno e introdurre massimali di aiuti pubblici più elevati con calcoli più semplici.
La semplificazione sarebbe, dunque, la strada percorsa per evitare la fuga. Secondariamente, la Commissione ha introdotto anche nuove misure che consentono ai Paesi membri di sostenere gli investimenti nella produzione di attrezzature strategiche. Per “attrezzature strategiche” si intendono batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e sistemi di cattura del carbonio. Le piccole e medie imprese, così come le aziende situate in regioni svantaggiate, potranno beneficiare di un sostegno più ampio e, in casi eccezionali, i Paesi membri potranno fornire un sostegno maggiore alle singole imprese laddove esista un rischio reale che gli investimenti vengano dirottati fuori dall’Europa. Secondo quanto stabilito dalla Commissione, in questi particolari casi gli Stati membri potranno fornire l’importo che il beneficiario riceverebbe da un investimento equivalente in un’altra zona località oppure la cifra necessaria per incentivare l’impresa a investire in Europa.