Presentato a Roma l’analisi e il progetto DMO, promosso dall’Assessorato al Turismo per attrarre visitatori e investimenti nel Lazio, compatibili con lo sviluppo sostenibile. Intervista al professor Matteo Caroli.
La regione Lazio dispone di un patrimonio da sviluppare per rafforzare l’attrattività turistica e l’economia, facendo leva sulla sua magnifica storia, arte, cultura e natura. Il turismo è il settore che meglio interpreta il concetto di bellezza, suscitando emozioni e benessere. Un valore attrattivo enorme da promuovere, condividere, comunicare attraverso le tecniche e la progettualità del marketing territoriale e del management delle destinazioni turistiche.
Un obiettivo ambizioso, ma urgente, da oggi raggiungibile anche grazie al nuovo DMO – Destination Management Organization: una struttura senza scopo di lucro che si occupa della gestione strategica e coordinata di tutti gli elementi e le attività che costituiscono le destinazioni turistiche del Lazio.
La Regione Lazio si è dotata di una legge per lo sviluppo operativo della DMO, commissionando l’analisi, lo studio e la proposta progettuale di DMO regionale alla Luiss Business School. Se ne è occupato direttamente il professor Matteo Caroli, Associate Dean per l’Internazionalizzazione, della Luiss Business School.
“Dalla legge istitutiva allo sviluppo operativo della DMO”: il progetto è stato presentato a Roma dal professor Caroli, insieme a Daniele Leodori, Presidente Vicario, Regione Lazio, Fausto Palombelli, Presidente Sezione Industria, Turismo e Tempo Libero, Unindustria, Lorenzo Tagliavanti, Presidente Unioncamere Lazio e Valentina Corrado, Assessora Turismo, Enti Locali, Sicurezza Urbana, Polizia Locale e Semplificazione Amministrativa, Regione Lazio.
Ne abbiamo parlato con il professor Caroli, per capire princìpi ispiratori, finalità e tempi di attuazione della Destination Management Organization.
Professor Matteo Caroli
Professor Caroli, quali premesse hanno reso possibile l’elaborazione del DMO per il Lazio?
“Alcuni mesi fa la Regione Lazio ha deciso di dotarsi di un organismo specializzato per l’attuazione del piano strategico per il turismo. Una volta definito il quadro normativo per l’insediamento della DMO, la Luiss Business School è divenuta partner tecnico dell’assessorato competente. Abbiamo predisposto un progetto a 360 gradi, per rispondere alle moderne esigenze di promozione strategica del turismo regionale”.
Come avete elaborato il DMO?
“Prima di tutto abbiamo analizzato le migliori pratiche delle DMO in Italia e a livello internazionale, per conoscere concretamente i modelli organizzativi di maggior successo, adattabili al Lazio. Ci siamo concentrati sugli studi, le analisi empiriche e la letteratura esistente con particolare attenzione ai lavori della World Tourism Organization. È stato interessante e utile approfondire le attività delle DMO italiane, intervistando direttamente i loro responsabili. Una volta conclusa l’analisi generale, abbiamo definito i princìpi ispiratori della DMO del Lazio, gli obiettivi strategici, il modello societario, la struttura organizzativa, le possibili partnership. Tutto il progetto è stato realizzato interagendo costantemente con i responsabili dell’Assessorato regionale al turismo”.
Avete effettato un’analisi del budget e dell’impatto dei costi?
“Abbiamo effettuato una rigorosa simulazione della dinamica dei costi e della copertura finanziaria, ma ci sono numerose variabili da considerare, a seconda degli obiettivi che la DMO vorrà realizzare. Nel documento condiviso sono inserite diverse attività, per ciascuna di esse abbiamo indicato il modello organizzativo e la stima dei costi da sostenere”.
Quali sono le attività strategiche aggregate indicate alla Regione?
“Sono aggregate in sei filoni strategici: strategia per lo sviluppo del turismo sostenibile, marketing della destinazione, rafforzamento del sistema produttivo del turismo laziale, sviluppo digitale dell’offerta turistica del Lazio, supporto alla progettazione e sviluppo prodotti turistici, marketing intelligence. La stima dei costi, ovviamente, dipenderà da quante e quali di queste attività la DMO desidererà realizzare, una volta insediata”.
Quali saranno le attività e gli obiettivi delle DMO?
“L’obiettivo sarà quello di rafforzare la capacità del Lazio di attrarre visitatori e investitori nella filiera del turismo, compatibili con il suo sviluppo sostenibile, agendo per il miglioramento delle condizioni materiali e immateriali rilevanti, in attuazione delle politiche del Governo regionale e anche in collaborazione con altri protagonisti del turismo a livello nazionale, regionale e locale”.
Come sarà composta la struttura organizzativa della DMO?
“La DMO del Lazio sarà una struttura esterna, completamente dedicata alla promozione strategica del turismo. Sarà molto agile e dotata di professionisti con competenze specialistiche che punteranno sulle connessioni e collaborazioni tra soggetti pubblici e privati”.
Quando verrà istituita la DMO in Lazio?
“La Regione ha approvato e deliberato i finanziamenti a novembre 2022, e la DMO sarà istituita e potrà iniziare a lavorare nel 2023”.
Quando si potranno valutare i primi risultati della DMO?
“Il turismo risente notevolmente di elementi congiunturali, negativi o positivi. Basti pensare agli eventi avversi più recenti, come la pandemia e il conflitto in Ucraina; oppure a quelli positivi come le risorse previste dal PNRR. Ci sono indicatori di breve termine, misurabili dopo circa un anno ma la DMO lavorerà seguendo un’impostazione strategica di medio e lungo periodo, estesa 3 o 4 anni. Soprattutto per quanto riguarda l’attrazione degli investimenti internazionali in grado di attivare la filiera locale, saranno necessari alcuni anni per delle valutazioni razionali e complete”.
Quanto è stato importante l’endorsement politico regionale per elaborare la DMO, con successo?
“Luiss Business School ha svolto un ruolo di consulenza tecnica seguendo la precisa volontà politica del Consiglio Regionale, che ha fortemente voluto uno studio serio per l’attuazione delle DMO. In Italia le DMO operano in stretta interdipendenza con l’indirizzo politico delle regioni, una collaborazione indispensabile e fondamentale”.