Da #RIPTwitter a #TwitterOff. Sul social dell’uccellino blu non si parla d’altro
Non sono giorni facili per Twitter. A poche settimane dall’acquisizione del social network da parte di Elon Musk per 44 miliardi di dollari, i dipendenti dell’azienda (quelli rimasti) stanno affrontando un periodo pieno di incognite. La metà degli oltre 7mila lavoratori è stata licenziata dall’imprenditore sudafricano come prima misura per tamponare le perdite di una società in difficoltà economiche. Nelle ultime ore molti hanno annunciato le dimissioni dopo che il Ceo aveva spedito a tutti un Google form, imponendo una sorta di aut aut sulle condizioni per far parte o meno del Twitter 2.0. In altre parole, è stata istituita una nuova cultura sul posto di lavoro. Nei giorni scorsi si è letto di questa hardcore culture, ovvero dare il massimo (e anche di più) per meritarsi lo stipendio. Nulla di nuovo se pensiamo a una certa mentalità della Silicon Valley che non ha mai avuto gran rispetto per il bilanciamento tra occupazione e vita privata. Mentre scriviamo questo articolo nelle tendenze di Twitter gli hashtag più postati riguardano proprio la vicenda di Elon Musk e di quel che sta facendo a Twitter.
#RIPTwitter è al primo posto, seguito da #Mastodon, #TwitterOFF, #Tumblr, e poco più sotto #TwitterDown. Come ha spiegato lo stesso Elon Musk l’utilizzo giornaliero di Twitter sembra aver toccato nelle ultime settimane picchi mai visti prima. L’attenzione costante sulla vicenda giustifica in effetti la curiosità di molti per un social network che da tempo aveva perso la propria spinta innovativa, pur rimanendo centrale per la comunicazione di Capi di Stato e presidenti. Sulla stampa si legge addirittura di una presunta imminente chiusura di Twitter dopo che è stata comunicata ai dipendenti la chiusura degli uffici senza spiegazioni in merito.
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It’s been a pleasure tweeting with y’all for the past 13 years. #RIPTwitter pic.twitter.com/XsLuMNi59A
— toby is the scranton strangler (@OhHELLNawl) November 18, 2022
Da parte sua, Elon Musk mantiene la nota linea di comunicazione, postando ora dopo ora con tweet che sbeffeggiano i critici, soprattutto quelli che parlano di un’imminente chiusura di Twitter. Sul social al momento il dibattito vira anche verso altre piattaforme come Tumblr e Mastodon. Si sta replicando una situazione già vista: in periodi di crisi gli utenti si guardano attorno, in cerca di altri lidi social dove pubblicare i propri contenuti. Lo stesso Elon Musk pochi anni fa ha suggerito di scaricare Signal al posto di WhatsApp. Ora è il turno di altri social, di cui in realtà si sta parlando da giorni come ipotetici sostituti dell’uccellino blu. La situazione di Twitter non è positiva, ma non sta andando meglio ad altre Big Tech (di cui si sta parlando meno) che hanno annunciato migliaia di licenziamenti (da Meta ad Amazon).
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— Elon Musk (@elonmusk) November 18, 2022