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Siamo stati a Padova, all’inaugurazione di un polo dedicato a open innovation, imprenditoria e PMI
«Ho 24 anni, ma voglio lasciare un’impronta nel mondo. Qui incontro aziende che sognano di diventare unicorni». Al primo giorno di scuola non ci si può che aspettare entusiasmo, ed è quel che abbiamo respirato tra le scrivanie e gli spazi di Le Village by CA Triveneto a Padova, il nuovo polo inaugurato nelle scorse ore con oltre 30 startup qui accelerate all’interno del Centro Direzionale La Cittadella. Nicolas Zeoli, programmatore di Ganiga Innovation, è una delle nuove matricole che abbiamo incontrato e che ci hanno raccontato di una nuova opportunità per giovani imprese, in un momento in cui bisogna spingere sull’acceleratore per traguardare obiettivi comuni. Che non riguardano soltanto il business. Qui Le Village li ha messi nero su bianco, su roll up che organizzano gli spazi: sono i sei obiettivi dell’Agenda 2030 (Salute e Benessere, Acqua Pulita e Servizi Igienico Sanitari, Energia Pulita e Accessibile, Imprese Innovazione e Infrastrutture, Città e Comunità Sostenibili, Consumo e Produzione Responsabili), obiettivi che richiedono idee brillanti.
Quello appena inaugurato a Padova è il 43esimo spazio di Le Village, e l’unico strutturatosi con una compagine sociale mista: la newco costituita vede sì il ruolo centrale del Crédit Agricole Italia ma ha voluto coinvolgere nel capitale attori economici del territorio e dell’accademia. Con una nuova bandierina nel Triveneto, dopo quella a Milano e Parma, si va a coprire un nord-est che vanta centri di eccellenza produttiva, popolati soprattutto da PMI che desiderano crescere e, per farlo, si rendono conto dei gap da colmare. «Le aziende qui hanno bisogno di nuove conoscenza sul mondo dell’innovazione, a cominciare dall’individuare un innovation manager – ci spiega il Sindaco de Le Village by CATriveneto Matteo Di Biagi – quando approcciano le nostre startup vogliono conoscere i founder, capire la tecnologia».
Negli spazi multifunzionali, con un’area eventi che abbraccia uffici e open space, abbiamo notato la facilità con cui nascono gli incontri e gli scambi tra colleghi. «Anche quando non era pronto l’immobile in cui ci troviamo – prosegue Di Biagi – avevamo già raccolto 34 startup. Questo evidenzia la bontà del progetto. Inoltre hanno aderito 18 aziende partner e 45 abilitatori. Non siamo un semplice acceleratore, ma vogliamo creare un ecosistema». È quello di cui sempre più c’è bisogno in un’Italia che, a dieci anni dai primi pacchetti normativi sulle startup, attende ora uno sforzo in più dalle aziende per lo sviluppo del paese.
«Solamente il 10% delle PMI riesce a raccogliere online l’1% del proprio fatturato. Noi ci occupiamo di collegare gli ecommerce ai migliori marketplace». Fabio Piva, Ceo e Cofounder di Linkify Affiliation, va dritto al punto rispetto alle urgenze di PMI e piccoli esercizi che non possono più ignorare le opportunità del digitale e, soprattutto, i rischi che deriverebbero dal disinteresse. Qui a Le Village la loro sfida è anche quella di internazionalizzarsi, altra parola chiave per uscire dal provincialismo. L’Italia, se si lavora sul digitale, non basta.
A Le Village abbiamo incontrato anche Valentina Garonzi, Ceo di Diamante, biotech che sta sviluppando un nuovo approccio terapeutico alle malattie autoimmuni. Tra quelle qui residenti, è una startup che ha già raccolto un primo round. «Un aumento di capitale da 350mila euro – ci dice – ora ci andremo a strutturare. Ci è stata data l’opportunità di entrare nella comunità di Le Village». Cosa può trarre una biotech, che necessita di innovazione spinta, dalla presenza in uno spazio simile? «Un primo contributo è la visibilità , aiuta molto se sei in fase di raccolta. E poi a dicembre scorso siamo stati a New York e questa collaborazione ci ha introdotte ad alcune realtà interessanti».
La contaminazione, parola che se non si cammina in spazi simili perde di significato, è dunque elemento portante apprezzato anche da chi, tra queste scrivanie, ha già decenni di esperienza nel mondo del lavoro e ha deciso di rimettersi in gioco. «Io sono un imprenditore, ma fare una startup è una cosa completamente diversa. Ci siamo rimessi a studiare – sono le parole di Davide Fassina, COO di BankAdvisor -. In questi spazi ci confrontiamo con tante startup. Si condividono esperienze, problemi, opportunità . Parliamo con persone che ne capiscono».
Riprendendo le parole del Sindaco di Le Village Di Biagi, «tutto quel che vedete qui è orientato a generare incontro». E così abbiamo continuato a chiacchierare con chi fa impresa, rischiando (parecchio) per un obiettivo che non è affatto garantito. «È molto bello che ci siano così tante startup – interviene Anna Zanella, responsabile estero di Dato Hts 4.0 – alla fine il problema è sempre lo stesso: si ha l’idea brillante, ma come si industrializza, come ci si fa conoscere?». Questa azienda che si occupa di sanificare superfici di vario tipo, dalle macchinette del caffè alle pulsantiere degli ascensori, soltanto tre anni fa avrebbe fatto fatica a trovare aree di business. Il periodo pandemico ha lasciato in eredità nuove sfide, ora prese molto sul serio per la sicurezza di tutti.
Visitare Le Village by CA Triveneto è stata anche un’occasione per uscire da certi schemi narrativi, che guardano un po’ ai soliti, noti, poli dell’innovazione. «Padova è sempre stata a mio avviso una città all’interno di una regione dove le PMI fanno molto bene, ma tendevano poi a crescere e spostarsi in altre aree – ragiona Alessandro Monterosso, Director Digital Health Solutions di Alira Health– forse questo è dovuto all’assenza di un ecosistema. Le Village con questo grosso centro potrebbe trattenere quello che nasce qui».
È così che funziona in tutto il mondo: serve un luogo in cui incontrarsi per far crescere nuovi progetti. «La cosa più bella di questi primi mesi è stata la possibilità di entrare in contatto con grandi nomi – commenta Marco Gianotti, direttore operativo di BlueFoundation – Le Village ci ha portato a conoscere grandi player industriali come Acciaierie Venete e KPMG». Ma è alle PMI che sta ora guardando questa startup di ingegneri che aiuta le aziende a raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità . Sul green dice la sua anche Inti Merino Rimini, Head of partnership di ESGeo e con un passato da Innovation specialist a Le Village Milano. Ora lavora dall’altra parte del tavolo in una startup.
«Noi che ci occupiamo di questi temi, con una piattaforma in cloud che consente di mappare i KPI degli obiettivi ESG – spiega – notiamo che sempre più PMI hanno interesse a stilare un report di sostenibilità . Anche se al di sotto di una certa dimensione non è obbligatorio». Ponti che si creano tra attori del territorio e realtà più giovani, che possono dare il proprio contributo. «Ci aspettiamo molto da questo percorso – aggiunge Federica Dell’Osbel, dell’area marketing di Accudire -. È un luogo che riuscirà a darci tanto dal punto di vista di networking». Soprattutto per chi è amministratore unico della propria startup, come Michele Rampazzo di K-Ease. «Sono stato manager di grandi aziende del settore farmaceutico. Poi ho deciso di lanciarmi nello sviluppo di prodotti cosmetici per il mondo odontoiatrico. Cercavo un programma di accelerazione e ora finanziatori. In un mese e mezzo ho preso la postazione qui».
Archiviato il primo giorno di scuola è ora di tornare al lavoro, in una fase tutt’altro che facile per il mercato. «Vogliamo favorire l’incontro tra startup, corporate e PMI – conclude Di Biagi, Sindaco di Le Village – e infatti stiamo già riscontrando opportunità di open innovation. Siamo e resteremo una piattaforma aperta».