Sul piatto 52 miliardi in sussidi per aprire fabbriche negli Stati Uniti
Dopo la crisi alla supply chain degli ultimi anni e la carenza di chip a ripercuotersi su una serie lunghissima di settori produttivi, gli Stati Uniti hanno fatto una passo in più verso l’autosufficienza in materia di semiconduttori. La Camera dei rappresentanti ha infatti approvato il Chips Act con 243 voti a favore e 187 contrari (il testo era già passato al Senato). Come si legge sulla stampa tecnologica, si tratta di un traguardo atteso dalla presidenza Biden, grazie al quale Washington inietterà 280 miliardi di dollari complessivi nell’economia con un pacchetto destinato ad aver un impatto sul settore innovazione d’Oltreoceano. Per quanto riguarda i chip, il Chips and Science Act – questo il nome per esteso – destinerà 52 miliardi proprio in sussidi per incentivare le società produttrici a stabilire (o mantenere) i poli produttivi sul suolo americano.
Il tema del reshoring, di cui anche noi su StartupItalia abbiamo più volte parlato, ha a che fare con una correzione della globalizzazione. Dopo oltre due anni di pandemia, il conto presentato ai governi e alle economie di tutto il mondo ha evidenziato le difficoltà di filiera forse troppo lunghe. Al netto dell’impossibilità di dirigersi verso un processo di autonomia totale nella produzione (e dunque di isolazionismo) è indubbio che attrarre investimenti sul suolo nazionale rientri nelle strategie di molti. The Verge ha ricordato che il Chips and Science Act non è frutto del periodo pandemico, ma risale al 2019.
Leggi anche: Semiconduttori, perché Pechino vuole conquistare il mercato
Il presidente USA Biden è stato tra i sostenitori del Chips Act. “Oggi la Camera – si legge in un comunicato ufficiale della Casa Bianca – ha approvato una legge che renderà più economiche le automobili, gli elettrodomestici e i computer. Ridurrà i costi dei beni di uso quotidiano. Inoltre, creerà posti di lavoro altamente retribuiti nel settore manifatturiero in tutto il Paese e allo stesso tempo rafforzerà la leadership degli Stati Uniti nelle industrie del futuro”.
Leggi anche: Crisi semiconduttori, Samsung investirà 17 miliardi per produrli negli USA
Negli ultimi anni la produzione di semiconduttori è stata in buona parte affidata alle società di Taiwan. Con queste nuove misure l’obiettivo della Casa Bianca è anche competere a livello globale con la Cina. Il prossimo passaggio richiede la firma del presidente degli Stati Uniti. Da parte repubblicana c’è stata opposizione a un pacchetto che, secondo il partito, andrebbe a favorire le aziende che Biden preferisce. Di un avviso simile anche Bernie Sanders, più volte in corsa per la candidatura democratica alla Casa Bianca.