L’aggregatore torna in Spagna dopo quasi un decennio di assenza. In Francia Big G rinuncia a presentare un appello contro una multa da mezzo miliardo
Google News ha appena aggiornato il design dell’homepage, ordinando alcuni elementi nella pagina di atterraggio. Si nota soprattutto l’importanza data alle notizie locali (ovviamente selezionate in base ai dati che il motore di ricerca ha sui nostri indirizzi e localizzazione). Troverete dunque le news dalla vostra città, dai siti del territorio. Rimane in alto l’informazione sul meteo, mentre un’altra rilevante novità riguarda il fact checking, con una sezione dedicata e posta sempre tra i primi blocchi. Stando ai dati diffusi dalla multinazionale di Mountain View e ripresi da TechCrunch, questo aggregatore di notizie garantirebbe ai siti di tutto il mondo 24miliardi di click al mese. Google News è attiva in 125 paesi ed è disponibile in 40 lingue diverse.
Insieme al restyling della pagina, Google ha annunciato poi il ritorno di Google News in Spagna, dove il sito non era più attivo dal dicembre 2014, come ha ricordato Engadget: all’epoca l’azienda aveva spento il proprio aggregatore in risposta a una legge che avrebbe imposto a Google di pagare gli editori per l’utilizzo dei loro contenuti (un discorso analogo si è fatto con i social network, Facebook in testa). In altre parole, la viralità di certi contenuti prodotti dalle redazioni sta facendo da anni la fortuna delle piattaforme. Al momento in Spagna, dopo una serie di discussioni, la multinazionale potrà stringere accordi con i singoli editori, senza l’obbligo di dover pagare tutti.
Nel frattempo Google è al lavoro per il lancio dell’Equity News Fund, per sostenere giornalisti e testate indipendenti con risorse economiche. Le candidature possono arrivare da tutti i paesi, fatta eccezione per Russia e Cina (paesi dove, tra parentesi, ci sarebbe un evidente bisogno di giornalismo indipendente). In Francia, infine, è sempre notizia delle ultime ore l’accordo raggiunto con l’Autorité de la Concurrence: da parte sua Big G ha rifiutato di presentare l’appello contro una multa da mezzo miliardo inflittagli l’anno scorso proprio in merito al trattamento delle notizie e al rapporto con gli editori. In cambio la società ha garantito maggiore impegno sulla privacy.