Le parole del Ceo Brian Chesky
Quante volte, negli ultimi due anni, ci siamo sentiti dire – e noi per primi lo abbiamo scritto – che nulla sarà più come prima. Espressioni che forse banalizzano, ma che introducono un discorso più ampio. Questa volta lo spunto è arrivato da Airbnb, una delle aziende che più di tutte ha pagato sulla propria pelle il costo della pandemia. Il mondo immobile, i lockdown, la paura di viaggiare, la crisi economica hanno ingessato l’attività , facendo temere il peggio già solo nelle prime settimane del marzo 2020. Il 2022, anno difficile se guardiamo all’inflazione e alle Borse, potrebbe tuttavia segnare un cambio di passo per quanto riguarda l’agenda della società guidata da Brian Chesky. «L’obiettivo è quello di mostrarvi un mondo di possibilità che non avreste mai pensato di digitare in una casella di ricerca», ha detto il Ceo in una recente intervista a TechCrunch.
Fino allo scoppio della pandemia Airbnb, così come altri soggetti della sharing economy, ha sbugiardato scettici e critici. Chi mai accetterà sconosciuti in casa? Come è possibile organizzare un’accoglienza diffusa con migliaia di appartamenti a disposizione a portata di click, e tutto su una sola piattaforma? Il successo dell’azienda ha retto perfino all’urto del Covid. Ora, però, le persone vogliono sia riassaporare la libertà dei viaggi, sia sentirsi più sicuri. Tra le novità in arrivo c’è appunto AirCover, l’assicurazione viaggio per gli ospiti in giro per il mondo.
Nella stessa intervista a TechCrunch Chesky ha presentato anche un’altra importante aggiunta alla piattaforma di Airbnb. Sono le “Categorie”, che stando al sito rendono “più facile scoprire milioni di case”. Con lo smart working sempre più diffuso e un cambio di mentalità che si sta diffondendo tra startup e aziende, l’obiettivo di professionisti e lavoratori riguarda non tanto la presenza in ufficio, ma il risultato. Airbnb guarda certo ai nomadi digitali, che magari passerebbero volentieri un mese in un appartamento in riva al mare; così come a chi vuole concedersi soggiorni più lunghi. Sono più che raddoppiati rispetto al 2019 i soggiorni che durano oltre 28 giorni.
Tra i recenti aggiornamenti c’è anche quello dei “Soggiorni collegati“: consentono agli ospiti di spezzare una vacanza in due o più soggiorni, assecondando un viaggio itinerante aperto come un tempo (o forse più?) alla scoperta di nuovi luoghi. «Viaggiare è una delle aspirazioni più grandi del mondo – ha spiegato Chesky -. Si viaggia quando ci si laurea, si viaggia quando ci si sposa, quando si va in pensione. Viene venduto come il casinò online su molti siti web. Noi vogliamo riportare la magia».