Pechino si “preoccupa” della salute mentale di bambini e adolescenti
Se le piattaforme internet non dovessero rispettare i nuovi requisiti riguardanti l’età dei propri utenti, ci potrebbero essere ripercussioni sulle loro attività . In Cina continua la stretta nei confronti delle Big Tech e, in generale, dell’intrattenimento online che interessa i minori. Come si legge su South China Morning Post, Pechino ha deciso nei giorni scorsi di rendere ancora più rigide le regole per accedere al live streaming (sia da content creator sia da utenti): divieto totale per chi ha meno di 16 anni, mentre per chi ha tra i 16 e i 18 dovrà avere prima il permesso di un genitore o di un tutore. Le ragioni? Il governo punterebbe a tutelare la «salute fisica e mentale» dei minorenni. Ma facciamo un passo indietro.
Meno di un anno fa, era l’agosto 2021, vi raccontavamo della dura presa di posizione del l’Economic Information Daily, giornale molto vicino al governo di Xi Jinping, sul quale i videogiochi venivano definiti droga elettronica. La stretta entrata in vigore in quel periodo riguardava per l’appunto il limite di tempo giornaliero e settimanale in cui bambini e adolescenti potevano utilizzare console e pc per divertirsi. La misura, degna di un paese totalitario che entra nel privato per decidere cosa è meglio per i propri cittadini, è stata affiancata anche da un giro di vite nei confronti delle Big Tech, da Alibaba a Didi. Ve ne abbiamo parlato qui.
La stretta della Cina sul mondo tecnologico ha colpito anche le criptovalute: il paese ospitava la maggior parte di mining farm al mondo, che dopo il ban del 2021 hanno traslocato in altri paesi, a cominciare dagli USA. Per quanto riguarda i videogiochi e il live streaming, Pechino vuole che le Big Tech introducano un youth mode, per proteggere i minori dalla dipendenza dai videogiochi. Anche in Italia di recente abbiamo assistito a dichiarazioni non molto diverse da quanto detto a Pechino: ci riferiamo all’intervento del senatore Andrea Cangini su Rai 1.
Il dibattito sulla salute mentale è sacrosanto ed è importante che se ne parli, come tra l’altro fa per primo l’ecosistema videoludico con titoli eccellenti per ragionarne (esempi qui, qui e qui). Purtroppo le generalizzazioni finiscono sempre nel colpevolizzare il mezzo – console e pc – a detta di molti responsabile dell’isolamento dei ragazzi. Non si contano gli articoli che descrivono il fenomeno degli hikikomori. Noi ce ne eravamo occupati da un’altra angolatura.