La nostra intervista al cofounder Omar Fulvio Bertoni
Non è facile intercettare i gusti dei giovanissimi. Chi scrive ha superato da poco i trenta e si è ormai reso conto di quanto sia passato il tempo. La televisione che una volta era il pozzo da cui pescare divertimento, sogni e spensieratezza oggi, ragazzi e ragazze, mica la accendono tanto spesso. Al suo posto compare Twitch, ci sono le console gaming e le chat Discord, le sterminate praterie di Netflix&Co, dove la concorrenza è sempre più alta. E poi i social, dove live e story sono un passatempo come un altro. In un terreno così competitivo non è certo facile trovarsi uno spazio in cui farsi notare. Su StartupItalia ci piace raccontare le iniziative che partono dal basso. Come quella di Hibe, startup innovativa fondata a Milano: ha appena lanciato l’omonima piattaforma in streaming, che ricalca per grafica e accessibilità la user experience dei giganti. E invece di concentrarsi sui contenuti, ha preferito virare sui talent. Sono influencer, content creator, YouTuber, quella galassia di professionisti dei social resi protagonisti di serie e show irriverenti, scherzosi e folli (abbiamo avuto tutti vent’anni…).
A pochi giorni dalla release della prima versione di Hibe abbiamo intervistato uno dei cofounder della startup, Omar Fulvio Bertoni. «Il nostro core business è sul modello subscription. Poi abbiamo anche l’attività di branded content». Come per tutte le altre piattaforme c’è la possibilità di un abbonamento mensile per accedere a tutta una serie di contenuti. «Finora abbiamo 25 format. Ne aggiungeremo altri mese dopo mese». Disponibile sia su desktop sia su sistemi Android e iOS, Hibe punta appunto sui volti noti del web. In ordine sparso: Valentina Vignali, Giovanni Fois, Cecilia Zagarrigo, Riae.
«È una vetrina per i content creator – ha aggiunto Bertoni – hanno accesso a una troupe televisiva con cui si mettono alla prova. Cerchiamo anche di premiare le loro community, che possono comparire nei vari show o contenuti». Parliamo di sitcom, reality, talk show, game show. Tutti all’insegna della spensieratezza, con qualche deviazione sul piccante. Basta essere a conoscenza del successo di serie come Sex Education per capire quanto ormai non ci siano più tabù rispetto alla sessualità . E, infatti, su Hibe si trovano contenuti che trattano senza peli sulla lingue pure queste tematiche. Come Sex Republic, condotto da Micol Ronchi e Riae.
«Ad oggi – ha aggiunto il Cofounder – abbiamo coinvolto 128 content creator e 200 utenti dalle rispettive community, ricevendo oltre 70mila candidature. Da qui a sei mesi ci aspettiamo che il numero dei creator aumenti del 50% e di arrivare a 200mila membri della community. Questo è stato possibile grazie a investitori e fondi, tra cui Luce Capital e Gs Loft, attraverso i quali abbiamo raccolto più di 800mila euro».
La startup ha un team composto da 14 persone e non punta a diventare un’agenzia per influencer. L’obiettivo è invece concentrarsi sulla content creator economy, andando a coinvolgere da una parte i talent con esperienze magari diverse o al di fuori del loro settore di competenza; dall’altra facendo sentire gli utenti partecipi della creazione dei contenuti stessi. Con l’abbonamento premium, ad esempio, Hibe riserva l’invito a partecipare alle registrazioni sui set dal vivo, l’accesso ai casting di tutte le web serie con 48 ore di anticipo, l’invito agli eventi live. Tutti contenuti sono firmati Hibe e sviluppati da un team di professionisti selezionati.