Si chiama Nikita Uvarov e aveva 14 anni all’epoca dei fatti
La storia risale al giugno del 2020, quando i giovanissimi Nikita Uvarov, Denis Mikhailenko, e Bogdan Andreyev di Kansk, città nel cuore della Siberia, sono stati fermati dalle autorità mentre affiggevano volantini che inneggiavano a Azat Miftakhov, matematico e anarchico condannato a sei anni di prigione come si legge su Moscow Times. All’epoca dei fatti gli adolescenti avevano 14 anni e, a seguito di ulteriori indagini in un paese dove le critiche al potere possono riservare situazioni spiacevoli, è emerso che nei loro cellulari erano presenti video di giochi pirotecnici, molotov e, soprattutto, i dettagli di un piano per fare esplodere il palazzo del Federal Security Services (FSB), quello che in epoca sovietica era conosciuto come il KGB (di cui peraltro il presidente russo, Vladimir Putin, è stato un membro). Il piano terroristico, tuttavia, si riferiva a operazione da compiere su Minecraft, uno dei videogiochi più famosi in cui i gamer possono costruirsi il proprio mondo mattone dopo mattone. Ha 140 milioni di utenti attivi che, all’occorrenza, possono anche distruggere palazzi con TNT.
In questi giorni gli occhi di tutti sono puntati su quanto sta accadendo al confine tra Russia e Ucraina. La vicenda di Nikita Uvarov – come vedremo tra un attimo, il più colpito del gruppo – è rimasta in secondo piano. Ma è fondamentale per tornare a parlare di come viene trattato il dissenso in certi paesi del mondo. Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza, molto dura per Nikita Uvarov, 16 anni: cinque anni da scontare in una colonia penale in Siberia con l’accusa di addestramento ai fini di attività terroristiche. «Non sapevo e non pensavo nemmeno al fatto che i volantini incollati avrebbero portato a conseguenze così incredibili» ha detto Uvarov una volta pronunciata la sentenza. Gli altri due ragazzi sarebbero stati scagionati perché hanno collaborato.
Come si legge sul Guardian non è la prima volta che in Russia adolescenti e giovanissimi subiscono simili accuse. Nel 2020, per esempio, sei giovani attivisti sono stati condannati dai 6 ai 18 anni di prigione: la stampa ha riportato che negli anni precedenti alla sentenza avrebbero subìto torture.