Metodico e minimal: saprete far uscire il robot dalla fabbrica abbandonata?
Almeno dai tempi di Wall-E ci emozioniamo per le sorti di alcuni robot. Se sono spaesati, soli e non sanno cosa fare, siamo disposti a dimenticarci del fatto che al loro interno non batte un cuore, bensì un software. Non vi metterete certo a piangere per le sorti del protagonista di EscapeString, una sorta di umanoide, ma la scelta degli sviluppatori di 7 Raven Studios è stata a nostro avviso azzeccata. Lo abbiamo provato su Xbox Series X/S, scoprendo un puzzle game con qualche difetto, eppure basato su un gameplay non così mainstream.
Strutturato in una quarantina di livelli, EscapeString vi richiede di far uscire l’avatar impaurito da una serie di stanze piene di ostacoli. Ovviamente senza lasciarci la pelle, magari folgorandosi. Il modo in cui tutto ciò verrà effettuato non è in real time: in basso, sullo schermo, il giocatore trova infatti una stringa con un numero di mosse limitato da potere impartire al robot. Avanti, indietro, salta e così via. Una volta stabilito il percorso, contando i passi ipotetici che ci separano dalla salvezza, si può dare il via alle danze, assistendo impotenti a un eventuale insuccesso.
Non si tratta di un puzzlegame dinamico. In certe situazioni vi scontrerete con la ripetitività delle stanze che, d’altra parte, sono state realizzate con una grafica niente male. Gli ambienti di questa misteriosa fabbrica abbandonata in cui ci siamo risvegliati sono ispirati e si armonizzano alla perfezione con lo stato d’animo del nostro robot. Se siete metodici e vi piacciono i puzzle game riflessivi date una chance a EscapeString. In alternativa, virate verso titoli del genere un pelo più dinamici.
Giornalista professionista, 33 anni. Mi occupo di tecnologia e innovazione su StartupItalia con interviste e approfondimenti. Collaboro con Blum e Rivista BC. Modero e conduco eventi sul mondo tech
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