Quando i videogiochi si fanno in famiglia si vede e si sente. Un titolo denso, intriso d’amore e di passione
The Forest Quartet è un progetto di quelli intensi. Ci sono giochi che possono essere dimenticati nel giro di qualche ora, altri che ti restano dentro, a prescindere dal contenuto e dal gameplay, per via del messaggio che vogliono veicolare. Questo videogame danese è uno di quelli. Sarà che è stato sviluppato in famiglia, perché dietro il nome della startup innovativa, Mads & Friends di Mads Vadsholt, si celano parenti e amici.
L’ultimo concerto dei The Forest Quartet
La colonna sonora originale è composta dal padre di Mads, Kaspar Vadsholt, Nina, il personaggio giocant, è doppiata da sua sorella, Nina Vadsholt, nome d’arte: NV-4, mentre i brani jazz che vi accompagnano per tutta l’avventura sono stati registrati da musicisti selezionati della Danish Radio Big Band di Copenaghen.
The Forest Quartet affronta il tema della morte, della perdita di una persona cara e dell’elaborazione del lutto con dolcezza ma pure con una schiettezza inattesa.
Leggi anche: FRACTER, su Nintendo vita e morte in lotta. La luce batterà l’oscurità ?
La scomparsa improvvisa di Nina, cantante nella band che dà il nome al gioco, distrugge il quartetto: i tre membri superstiti si trascinano a stento, ciascuno vittima dei propri demoni. Sta al giocatore, impersonando lo spettro della vocalist, aiutarli a superare quanto accaduto, spingendo i tre a trovare le energie per un ultimo, appassionato, nostalgico concerto d’addio.
Per questo The Forest Quartet si divide in tre atti, ciascuno rappresentazione della mente e della situazione in cui versano i tre musicisti: chi assediato in casa da malefiche presenze, chi ha visto appassire il luogo fonte della propria ispirazione, chi deve fare i conti con la propria rabbia repressa che ha preso la forma di un vulcano ribollente che ora rischia di radere al suolo ogni cosa.
Nina, ricorrendo spesso alla sua voce che l’aveva resa unica e amata in vita, dovrà risolvere piccoli enigmi ambientali, riportando la luce nelle foreste ormai oscure dei suoi amici.
Leggi anche: The Last Campfire, una startup di 3 persone racconta il tema della morte
Ci saremmo attesi che il jazz fosse il vero protagonista del gioco, invece la decisione degli sviluppatori danesi di strutturare tutto come una climax ascendente dal silenzio in cui sono precipitati i tre al fervore del concerto finale che chiude il gioco, se ha un senso a livello di sinossi, sotto il profilo ludico tende a lasciare il giocatore nel più totale silenzio per gran parte dell’avventura. Ed è un gran peccato, perché la colonna sonora è di qualità , ma lasciata ai margini. Per tutto il resto, invece, siamo di fronte a un puzzle game 3D che, pur non innovando il genere, è sicuramente ispirato.