La startup di Dave Baljon debutta nel mondo dei videogames con un beat ’em up giapponesissimo
A una prima occhiata, Jitsu Squad, coloratissimo beat ’em up vecchia scuola, pare proprio provenire dal Paese del Sol Levante. E probabilmente non potremmo fare complimenti migliori a Dave Baljon, Akli Lounes Touati, Lex Van Boheemen, Pieter Visser, Sebastien e Laurent Romero, ovvero i sei ragazzi che compongono la piccola e giovane software house indipendente Tanuki Creative Studio, cresciuti a pane, manga e videogames d’antan.
Lo si intuisce, appunto, prendendo parte a Jitsu Squad, scanzonatissimo, folle, a tratti demenziale picchiaduro a scorrimento infarcito di tutto il meglio e il peggio della J-Pop, la Japan culture, degli ultimi tre decenni. Una vera e propria lettera d’amore ad alcune delle più grandi saghe videoludiche che hanno fatto la storia, e non solo.
E poi Jitsu Squad è a dir poco bello da vedere, con sprite dalle dimensioni generose, perfettamente animati e livelli sufficientemente variegati. Anche il motore tecnico è altrettanto convincente, riuscendo a muovere molti personaggi contemporaneamente (a iniziare dai 4 controllati da noi e dai nostri amici) senza grossi intoppi.
A livello di gameplay, siamo dalle parti di pietre miliari come Streets of Rage (letta la nostra recensione di Streets of Rage 4?)e Final Fight anche se gli stessi autori hanno ammesso di essersi pure ispirati alla frenesia che ha caratterizzato i vari Guilty Gear, Marvel vs Capcom II e perfino Super Smash Bros. Il risultato è sicuramente caotico e destabilizzante: si mollano ceffoni e se ne prendono altrettanti, di continuo: in 4 poi è davvero facile perdere di vista il proprio alter ego. Il tutto è reso ancora più complesso da scenari spesso in movimento e da super poteri e mosse che finiscono col coprire lo schermo intero. Ma una volta fatto il callo Jitsu Squad si rivela a dir poco divertente.
Nel parterre di personaggi spiccano poi Yooka-Laylee dei ragazzi di Playtonic Games (a proposito, letta la nostra recensione di Yooka-Laylee and the Impossible Lair?) e nientemeno che lo youtuber Maximilian Dood camuffato da Ken Masters. Alle musiche invece Johnny Gioeli nel mondo dei videogiochi noto soprattutto per il suo contributo artistico alla saga di Sonic the Hedgehog. Insomma, al netto del casino che si crea su schermo, abbiamo di fronte un picchiaduro a scorrimento cooperativo a dir poco caciarone e divertente. L’ideale per un po’ di sane botte di Natale con parenti e amici.