RPG dalla lore importante. Ma vedeste che caos!
Approcciare certi titoli richiede anzitutto pazienza, soprattutto se vogliamo comprendere a pieno le scelte degli sviluppatori nel maneggiare materiale altamente infiammabile. Disponibile su Xbox Series X/S, Warhammer 40,000: Inquisitor – Martyr è un action RPG che gli ungheresi di NeoCore Games hanno realizzato ispirandosi alla galassia di Warhammer partorita da Games Workshop, buttandosi in un’arena piena di fan estremamente legati all’IP. Dunque sensibili a sbavature ed errori. Il titolo sarà stato all’altezza dei predecessori, regalando distruzione e uccisioni a non finire? Scopriamolo insieme nella nostra recensione.
Se non siete mai atterrati nell’universo di Warhammer, vi basti sapere che l’avvio di Warhammer 40,000: Inquisitor – Martyr vi riserverà alcuni brevi filmati per calarvi nella parte dell’eroe. A questo proposito, gli amanti dei giochi di ruolo troveranno pane per i propri denti, potendo fin da subito scegliere tra ben tre protagonisti, con cui affrontare la storia. Crociato, Assassina e Psionico sono le tre classi fra cui pescare, ciascuna con sottoclassi per specializzarsi ancora di più. Fin da subito si capisce che, chi completerà il videogioco, avrà modo di rigiocarlo variando di molto l’esperienza partendo semplicemente da un avatar diverso.
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Come tutti gli RPG, anche Warhammer 40,000: Inquisitor – Martyr richiede un minimo di impegno. Suggerimento per i neofiti è partire con la modalità di difficoltà storia, che vi condurrà verso sessioni di combattimento abbordabili. Disponibile in inglese con sottotitoli in italiano, il titolo parte con una missione ai confini dell’Impero. Inutile approfondire qui la lore dell’IP – che meriterebbe un articolo a parte – ma lo scenario di partenza va comunque accennato: siamo nel settore Caligari, in una regione remota della galassia, molti millenni nel futuro. Il nostro avatar atterra sulla nave Martyr, data per dispersa da tempo, dove si annida una minaccia putrescente.
Dopo un veloce tutorial, Warhammer 40,000: Inquisitor – Martyr dà il via alle danze. Con dialoghi interpretati alla perfezione da doppiatori dalla voce a dir poco inquisitoria e inquietante, veniamo gettati in pasto agli eventi. Il divertimento, tuttavia, sta nel combat system e non in una trama dal mordente forse troppo debole. Si procede in lunghi corridoi, esplorando quel che basta, per poi concentrarsi sulle bocche di fuoco. La legge vuole che si sia sempre in schiacciante inferiorità numerica.
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Gli ambienti di gioco si prestano comunque a un minimo di strategia, senza tralasciare la forza bruta che atterrerà tutti i nemici. Giocando in visuale isometrica si ha tutto sotto controllo, ma non avendo una linea per mirare – se non con le granate – spesso sparare è un esercizio che ci farà sprecare colpi, mancando l’avversario. Per facilitare le cose in battaglia, gli sviluppatori hanno previsto la possibilità di accucciarsi dietro a una barriera, per riprendere fiato e sparare, cliccando un tasto che ci farà passare da una posizione all’altra.
Le animazioni che generiamo premendo sul grilletto sono da libidine, non soltanto per le traiettorie e le esplosioni dei proiettili, ma anche per come ridurranno (male) i corpi degli avversari. Pur non avendo una grafica così dettagliata e non potendoci soffermare sulle specifiche di ciascun villain (vista anche la visuale isometrica), possiamo dire che Warhammer 40,000: Inquisitor – Martyr rappresenta un valido titolo RPG, ispirato nelle atmosfere. Adatto ai gamer che hanno urgenza di trovare un titolo sfidante per affrontare l’autunno.