Al pari degli altri due capitoli, che gli appassionati Nintendo avuto modo di apprezzare su 3DS, anche Azure Striker GUNVOLT 3 non si discosta troppo dalla formula originaria che affonda le proprie radici nella collaudata alchimia alla base della saga di Mega Man di Capcom. Siamo insomma immersi in un titolo futuristico, giapponesissimo per situazioni e trama, sopra le righe e caratterizzazione stereotipata dei personaggi, che all’esplorazione dei livelli bidimensionali antepone azione e velocità d’esecuzione.
Se non avete mai provato alcun episodio precedente, è sufficiente dare un’occhiata ai video che dovreste trovare qui attorno (o aver giocato appunto a Mega Man) per comprendere la caratura dell’opera supervisionata da Keiji Inafune, con Yoshihisa Tsuda alla “regia” del gioco, Munehiro Araki al Character Design e Hiroki Miyazawa all’animazione.
Non crediate comunque che Azure Striker GUNVOLT 3 vi chieda solo di saccagnare o sforacchiare i nemici come se non ci fosse un domani: per rendere l’offerta ludica maggiormente corposa gli sviluppatori hanno sparso lungo gli stage – comunque più raccolti rispetto al passato – frammenti di collezionabili, chiamati Image Chips utili a evocare temporaneamente personaggi di vecchi episodi. Purtroppo però raccogliere tali oggetti non dà certezza di ampliare il “bestiario” a propria disposizione, ma solo di partecipare, alla fine del livello, a una lotteria, il che costringe a ripetere più e più volte la raccolta se animati da un insano spirito completista.
La novità maggiore di Azure Striker GUNVOLT 3, almeno per gli appassionati della serie, riguarda il fatto che gli sviluppatori abbiano deciso di relegare Gunvolt a mero personaggio subalterno e di supporto, privilegiando eroine femminili. Naturalmente, l’approdo su Switch è stato il banco di prova per valutare come se la cava una serie che finora aveva stregato tutti grazie alla sua strepitosa pixel art sui televisori da salotto: troppo facile, del resto, fare bella figura su 3DS. Il risultato è tutto sommato di buon livello: gli sprite probabilmente tendono a essere eccessivamente seghettati, ed è possibile notarlo giocando appunto sul TV di casa, le animazioni invece continuano a essere la punta di diamante di questa adrenalinica, indiavolata e frizzante produzione nipponica.
Caporedattore di StartupItalia.
Ligure. Laureato in legge, formatosi professionalmente al Master post laurea della Scuola di giornalismo dell’Università milanese Iulm. Giornalista politico ed economico, ha collaborato e collabora anche con Radio 24, R101, Formiche e Corriere Innovazione e Lettera43.it.
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