L’occasione giusta per scoprire una serie di videogiochi rimasta finora ignota ai più?
Anche se è in giro dai primi anni 2000 ed è ormai arrivata alla remastered del terzo capitolo, la saga di SpellForce sviluppata dai ragazzi bavaresi di Grimlore Games (ma creata da un’altra software house, sempre tedesca: Phenomic, purtroppo acquisita da EA) non è particolarmente nota a un gran numero di utenti. Per questo, SpellForce 3 Reforced può essere l’occasione giusta per avvicinarcisi dato che, a dispetto di quel “3” nel titolo, dal punto di vista narrativo l’avventura si pone come prequel del primo episodio (probabilmente, le remastered del SpellForce 1 e 2 seguiranno a breve, anche a seconda del successo di questa), quindi non occorre aver giocato ai primi due per comprendere che accade su schermo.
La caccia alle streg… ai maghi di SpellForce 3 Reforced
Siamo nel 518. Le ribellioni dei maghi rinnegati, note come le Guerre dei Maghi, sono state faticosamente soffocate dalla Corona. Non tutti gli stregoni, però, sono caduti e intere regioni sono in preda all’anarchia. Lo scopriremo a nostre spese nel tutorial del gioco, utile sia a prendere mano con il gameplay, sia a comprendere il contesto politico e narrativo nel quale ci muoveremo nelle prossime… 40-50 ore (ma se siete completisti, anche potreste impiegare pure il doppio). Nei panni del generale Sentenza Noria, dovremo rintracciare e uccidere uno degli ultimi maghi ribelli ancora in vita: Isamo Tahar, accusato di avere iniziato la ribellione contro la Corona.
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Giunti nel covo, però, scopriamo che lo stregone ha appena condannato a morte il figlio, con l’accusa di averlo tradito: occorrerà salvarlo perché sarà proprio lui il personaggio che impersoneremo per tutto il resto del gioco.
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Messa infatti da parte, almeno momentaneamente, la rivolta dei maghi, dovremo provare a capire le origini della misteriosa malattia “Ardisangue”, pestilenza mortale che si sta diffondendo rapidamente in tutta la regione. La Purezza della Luce, guidata dal carismatico Rondar Lacaine, sostiene che l’origine di ogni sventura sia da ricercare nei maghi e che solo la seconda venuta di Aonir, padre di tutti gli dèi, riporterà Eo all’antico splendore.
Sebbene le tre razze (uomini, elfi e orchi) non siano poi così distinte tra loro, almeno al livello di difficoltà facile e normale, all’inizio dovremo scegliere tre alberi dei talenti e assegnare punti abilità alle statistiche individuali del personaggio (le classiche: forza, destrezza, intelligenza).
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Ogni eroe sotto il nostro controllo potrà utilizzare tre abilità attive, un oggetto speciale e potrà contare su un equipaggiamento esclusivo per la sua classe. SpellForce 3 Reforced è certamente un RPG con venature RTS, ma tende ad appiattire le meccaniche di ambo i generi: per fare un esempio, contempla i danni elementali, ma la maggior parte delle volte è sufficiente ricorrere alla forza bruta per avere la meglio su ogni avversario.
Ogni missione ha inizio in una città, utile all’addestramento delle truppe e alla costruzione di quegli edifici che risulteranno strategici per supportare con le dovute scorte l’esercito quando sarà in battaglia. È però quasi impossibile restare senza risorse e chi è un veterano di altri titoli del genere non faticherà a penetrare nei territori nemici senza tessere strategie elaborate.
Anche in questo caso si comprende come il gioco si limiti ad assaggiare le immense potenzialità strategiche del genere di riferimento, senza andare mai realmente a fondo evitando così di proporre qualcosa di maggiormente stratificato e sfidante.
SpellForce 3 Reforced, fine della recensione
Assai più soddisfacente, invece, il mondo di gioco, sia perché esteso e zeppo di segreti e quest secondarie (uscire dalla strada battuta è una eventualità solitamente ben ricompensata), sia soprattutto per via dello stile grafico e artistico che, pur nella relativa semplicità – necessaria per rendere leggibile l’azione delle truppe attraverso una visuale isometrica piuttosto lontana dal campo di battaglia -, sa creare davanti ai nostri occhi architetture variegate e sempre ispirate che cambiano continuamente a seconda della regione e scorci naturali capaci di farci fermare alcuni secondi solo per la loro potenza evocativa.
Insomma, al netto del fatto che SpellForce 3 Reforced, soprattutto ai livelli di difficoltà più bassi, tendi ad appiattire le caratteristiche classiche degli RPG – RTS e che in più occasioni avremmo voluto meccaniche maggiormente complesse che ci spingessero a elaborare strategie belliche più elaborate (troppe battaglie si vincono attaccando a testa bassa, dato che basta essere numericamente superiori), il gioco è comunque godibile e la remastered fa bene il proprio lavoro, specie dal punto di vista tecnico. Per questo, può essere l’occasione giusta per richiamare soprattutto un pubblico di neofiti attorno a questa produzione bavarese che, come già anticipavamo, non ha goduto finora della fama che avrebbe meritato.