Si ritorna nel regno medieval-fantascientifico di Magalan, con un RPG che non fa sconti e non perdona il minimo errore
Tanto cari e tanto in gamba i ragazzi di Piranha Bytes, che nel lontano 2001 se ne uscirono fuori con un RPG occidentale capace di anticipare per qualità e contenuti il vastissimo The Elder Scrolls III: Morrowind, che infatti sarebbe uscito solo l’anno successivo. Ma sono pure un po’ sfortunati. Non a caso di The Elder Scrolls si parla ancora oggi, mentre il loro Gothic è piombato nel dimenticatoio da tempo, rimasto fermo al terzo capitolo. E ora che sono finalmente riusciti a uscire con la loro ultima fatica, ELEX II, ecco che incrociano nel calendario titani del calibro di Elden Ring (qui la nostra recensione) e Horizon Forbidden West (qui la recensione di Alessandro). Difficile riuscire a imporsi in un periodo con release di simile caratura, ma chissà , magari in giro ci sono ancora i fans della software house della Ruhr.
ELEX II come il primo Gothic?
E, in effetti, ELEX II ha nel proprio DNA i geni di Gothic, nel bene e nel male. Questo lo rende un prodotto che piacerà , anzitutto, proprio a quello zoccolo duro di gamers che stavano attendendo con trepidazione buone nuove dall’etichetta tedesca. Partiamo anzitutto dalla curva di difficoltà . Esattamente come Gothic, anche ELEX II (al pari di ELEX I) è un titolo che non concede sconti, soprattutto all’inizio.
Ci butta, spersi, in un overworld dalle dimensioni generose, Magalan, chiedendoci di sopravvivere. Peccato che all’inizio saremo praticamente inermi, e poco importa se il protagonista, Jax, sia lo stesso del primo capitolo, perché è comunque costretto a ripartire da zero e, per le prime ore, evitare la maggior parte delle minacce. ELEX II ha una giocabilità tipicamente vecchio stampo, in cui per grindare occorre davvero tantissimo tempo. Salire di livello non basta per diventare più forti: i punti elargiti sono pochissimi e incidono minimamente sulla percentuale di danno inferto o su quella del danno subito. Bisogna invece recuperare armi e armature migliori, che però richiedono il raggiungimento di determinati livelli esperienza per essere utilizzati.
Questo aspetto, che sicuramente dissuaderà molti giocatori del giorno d’oggi, poco avvezzi a imbattersi di continuo in schermate di game over, potrebbe invece rallegrare la schiera di appassionati della serie di Gothic, perché appunto è un tratto distintivo delle produzioni Piranha Bytes, e torna inalterato anche qui, evidenziato dal fatto che, per apprendere nuove tecniche di combattimento, anche le più semplici (come combattere mentre si usa il jetpack, essenziale per eliminare i mostri volanti), non è sufficiente progredire con il livello d’esperienza, ma serve rintracciare maestri d’armi e pagare le loro lezioni fior fior di quattrini.
Sono anche altri i caratteri che ELEX II eredita da Gothic a iniziare, da un motore tecnico non proprio all’avanguardia (le animazioni sono davvero ‘old style’, a voler essere buoni) per di più afflitto dalla presenza di numerosi glitch e bug.
Ed è davvero un peccato, perché il mondo fantascientifico post-apocalittico di Magalan, con le sue fazioni (Berserker, Chierici, Fuorilegge, le Albe e i Morkon), perennemente sospeso tra il medioevo fantasy e scenari futuristici (un miscuglio che non vedevamo dai tempi di Quake, qui la nostra recensione), riesce ad attrarre e a intrigare.
Se sul fronte della difficoltà media e della crescita del personaggio, ELEX II è un titolo tipicamente vecchia scuola e incredibilmente punitivo, sorprende che, come il capitolo precedente, l’esplorazione di gioco legata al soddisfacimento di main e side quest sia fortemente su binari. Ogni volta che accetterete una missione, vi sarà detto subito in che regione del mondo si trova il vostro obiettivo: è possibile disattivare questo genere di aiuti, ma l’aspetto più singolare è che, nel caso lo si faccia, allora non sarà più possibile sapere dove andare, perché le stringhe testuali dei PNG non lo indicano mai…
Insomma, ELEX II conferma i pregi e i difetti di tutte le altre produzioni del team tedesco: giocabilità vecchia scuola, incedere molto lento e pure parecchio punitivo, claudicante sul versante grafico e dei glitch… Ci sarà chi lo amerà e chi ne scapperà via. Noi siamo convinti che i giocatori che cercano un GDR vero, occidentale, che non conceda sconti, lo apprezzeranno parecchio.