Cina e soprattutto Corea del Sud in vantaggio, Sud-Est attivo ma esposto ai cyberattacchi
C’era una volta l’Asia che copiava dall’Occidente. Ora è più vero semmai il contrario, quantomeno in campo tecnologico e digitale. Non bisogna farsi ingannare dal repentino cambio di nome di Facebook in Meta, perché il concetto di “metaverso” è assai diffuso in Asia da diverso tempo. In particolare in Cina. Ed è proprio da quella parte del mondo che si stanno sviluppando in maniera più completa i pilastri della prossima “big thing” tech, un mondo virtuale in 3D condiviso nel quale le persone, pardon gli utenti, interagiscono attraverso degli avatar.
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L’avanguardia del metaverso
Come sempre accade quando si muove in massa, la Cina può diventare la vera avanguardia del metaverso, come accaduto su altre tecnologie a partire dal 5G. Come ha scritto Simone Pieranni, a settembre 2021 Tencent ha registrato 100 marchi con la parola metaverso. E a ottobre è arrivata anche Alibaba. Pechino è tra l’altro la capitale dei virtual influencer. Il governo cinese ha mantenuto per ora una posizione cauta sul metaverso. Tuttavia, come fornitore di servizi di telecomunicazione in molti paesi, la Cina ha il potenziale per porsi alla guida delle applicazioni globali del metaverso.
Ma attenzione, perché è tutta l’Asia che si muove sul fronte della realtà aumentata. Per esempio la Corea del Sud, il cui mercato del gaming è il quarto più grande a livello globale e si prevede che possa raggiungere i 18,6 miliardi di dollari di valore entro i prossimi mesi. Secondo quanto riporta TechWire, il gaming rappresenta più del 6% delle esportazioni culturali totali della Corea del Sud, compresi film, musica, spettacoli televisivi, animazione e videogiochi. Nexon, la principale compagnia di giochi sudcoreana, ha in programma di rilasciare nuovi contenuti del metaverso usando la sua popolare IP Maplestory. Ma a Seul il metaverso trova terreno fertile anche per un altro tratto specificamente sudcoreano, vale a dire la forza dell’industria del K-Pop. Band come i BTS o le Blackpink sono fenomeni globali e ora l’insaziabile produzione di nuovi idols si sta concentrando anche sul fronte virtuale. Non è un caso che Netmarble abbia fondato una filiale Metaverse Entertainment per sviluppare una piattaforma di realtà virtuale per idol K-Pop virtuali.
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Il virtual influencer Thailandese
Quella della creazione di idols virtuali è un’altra tendenza asiatica. In Cina i virtual influencer sono sempre più diffusi. Uno degli esempi più fulgidi arriva però dalla Thailandia con Bangkok Naughty Boo, personaggio non binario che sogna di diventare una pop star e ha eternamente 17 anni. Creato dallo stilista Adisak Kirasakkasem, è diventato un fenomeno globale anche per la portata di un messaggio aperto sui diritti particolarmente significativo in un paese con un governo non esattamente progressista come quello thailandese.
Istanze nelle quali si riconosce soprattutto la generazione Z, che in Asia è alla costante ricerca di espressione. Secondo i dati di Statista, il mercato dei virtual influencer potrebbe raggiungere i 13,8 miliardi di dollari nel 2021. Con prospettive di ulteriore crescita. D’altronde sono convenienti, anche perché a differenza di quelli in carne e ossa non possono restare coinvoti in scandali di vario tipo, a partire da quelli sessuali. Senza contare la possibilità di farli lavorare 24 ore su 24 in ambito promozionale. E infatti, almeno per il momento, i settori maggiormente interessati a reclutare virtual influencer sono quelli della moda e della cosmetica. Macchine perfette generatrici di soldi e insieme veicolo di valori inclusivi.
La criptovaluta del metaverso
Anche i paesi del Sud-Est asiatico non stanno a guardare. La vietnamita The Parallel è tra i pionieri del metaverso, mentre Axie Infinity ha prodotto una criptovaluta relativa al metaverso, con la capitalizzazione di mercato della compagnia che ha raggiunto gli otto miliardi di dollari. Viene da Singapore invece BuzzAR, che sta collaborando con Facebook alla co-creazione di un ecosistema di realtà aumentata. Nelle Filippine è attiva MetaDhana. mentre Metaverse Thailandia ha lanciato una piattaforma che consente agli utenti di acquistare e sviluppare pezzi virtuali di beni immobili.
Eppure, diversi paesi del Sud-Est asiatico devono fare ancora i conti con un’infrastruttura digitale e di rete ancora piuttosto vulnerabile agli attacchi cibernetici. Ecco perché il vantaggio sembra essere soprattutto di Cina e Corea del Sud. Seul, in particolare, si schiera in modo deciso anche con il governo, quantomeno locale. La capitale ha annunciato un piano quinquennale per una transizione verso Metaverse Seoul. Attraverso la piattaforma del metaverso, gli utenti saranno in grado di presentare virtualmente reclami amministrativi, partecipare a eventi culturali e visitare siti turistici. Potrebbe rivelarsi un nuovo punto segnato a favore del già potente soft power sudcoreano.