Dalla Danimarca il titolo indie estivo che non ti aspetti
L’estate porta ancora fiumi di biglie nelle spiagge italiane: è un divertimento che conquista tutti. Ma non sempre adatto alle ore più calde, quando la sabbia scotta come lava. A quel punto, se siete appassionati di piste improbabili, Glyph è il titolo ideale che può atterrare sulla vostra Switch. Sviluppato dalla software house indie Bolvërk Games, di stanza in Danimarca, è un piccolo gioiello arcade che ci sentiamo di suggerirvi per come sfida il gamer in circuiti divertenti e vari. In un contesto desertico, un simpatico scarabeo ci fa strada e tutorial per andare dal punto A al punto B, senza mai toccare la sabbia. A meno che non vogliate esplodere e ricominciare dal via. Scoprite di più nella nostra recensione di Glyph.
Leggi anche: Alba a Wildlife Adventure, una piccola Greta nel cuore del Mediterraneo
Recensione di Glyph
L’estetica di Glyph si richiama a un universo egizio, ma non ci potremmo certo spingere a definire la storia come una vera trama. In decine e decine di livelli il protagonista del platform, una biglia magica, va pilotata in percorsi sempre più tortuosi e complessi. Si parte, ovviamente, dal facile facile e il gameplay è accogliente nei confronti del giocatore. Manovrare la protagonista è divertente, soprattutto perché gli sviluppatori hanno voluto conferirle poteri eccezionali: la gravità , per intenderci, non sempre ha la meglio. Possiamo infatti rallentare la velocità in volo, correggere una traiettoria e piombare a terra per evitare la sabbia.
Leggi anche: Recensione di Crash Drive 3, su Nintendo è guida con i folli
Livello dopo livello Glyph offre un gamplay in evoluzione: la biglia magica ottiene nuovi poteri per volare, farsi sparare come un proiettile e altro ancora. La frustrazione, lo ammettiamo, a volte capita, ma qualsiasi gamer potrà scavalcarla con la giusta dose di determinazione e quel pizzico di fortuna. Dal punto di vista grafico Glyph non fa certo miracoli, ma non è questo che si poteva chiedere alla software house indie. Il contesto, certo, è perlopiù desertico e gli sfondi finiscono per assomigliarsi sempre. I percorsi, invece, cambiano ogni volta, con piattaforme folli che vi metteranno alla prova.
