Dalla Norvegia un indie tenero e commovente. Disponibile su Nintendo Switch
Lebensborn è il nome di uno dei folli progetti della Germania nazista, gestito da Heinrich Himmler, con l’obiettivo di conservare e proteggere la razza ariana. Tutta la propaganda di Hitler sulla purezza ha influenzato questo programma che aveva sulla carta l’obiettivo di tutelare le madri perfette di figli e figlie perfetti. Senza alcuna colpa dell’abominio che ha comportato per l’Europa quella mentalità criminale, molti bambini e bambine sono rimasti orfani dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Non è facile raccontare storie simili usando un linguaggio tenero e leggero, senza mai perdere di vista la tragedia alle spalle. Ma, come spesso accade, il medium videoludico è riuscito a dare vita a una trama commovente che, al netto di un gameplay non sempre infallibile, ci rammenta ancora una volta del nostro dovere morale di non dimenticare. Rilasciato nel 2018 per smartphone su sistemi Android e iOS, My Child Lebensborn è arrivato anche Nintendo Switch, dove ci siamo calati nei panni di un genitore che sceglie di adottare un bambino del progetto Lebensborn per dargli una nuova vita in Norvegia.
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Recensione di My Child Lebensborn
Sviluppato dalla realtà indie Sarepta Studio, di stanza in Norvegia, My Child Lebensorn inizia con un breve preambolo storico, in cui ripercorriamo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Anche la Norvegia usciva dal dominio nazista e il futuro, per quanto incerto, regalava speranza e gioia per la libertà riconquistata dopo anni di terrore. Il gamer veste i panni di un cittadino/a che ha scelto di diventare genitore adottando. L’opzione a inizio gioco è tra due bambini: Klaus o Karin.
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Imparare ad ascoltare
Il nostro compito sarà prenderci cura di lui (o di lei), accudendolo, facendolo giocare, facendogli il bagno e preparandogli da mangiare. Realizzato con una grafica curata, che trasmette tanta tenerezza quanta malinconia, My Child Lebensborn non è stato sviluppato per generare la frenesia di un Tamagotchi, perché il vero valore aggiunto del videogioco sta nei dialoghi che avremo con nostro figlio. Come in una visual novel potremo scegliere se assecondare un suo desiderio, o essere genitori più severi; se leggere una storia prima della nanna, o spegnere la luce per concentrarci su impegni più importanti. Non mancheranno le volte in cui ci confiderà di un problema avuto a scuola, di paure e di incertezze.
Gameplay
In My Child Lebensborn non dobbiamo pensare soltanto alla felicità e alla cura di questa creatura. La fase post bellica è stata drammatica per tutti e uno dei primi obiettivi è cercare un lavoro per guadagnare e comprare quel poco disponibile nel negozio di paese. Se saremo bravi riusciremo nell’obiettivo di non fare preoccupare Klaus o Karin. Il gameplay si struttura in più schermate (dalla cucina al bagno, dal paese allo studio): in ciascuna c’è un’azione da compiere – anche se non sempre il menu e i comandi sono comodi e intuitivi – e l’elemento da tenere in considerazione è che il tempo passa e non si può fare tutto.
La barra che misura il divertimento, la pulizia e la fame non sono facilmente controllabili ed è probabile che sarete costretti a mandare a nanna vostro figlio senza la cena. Scelta drastica, che però rende bene l’idea di un periodo storico dove la vita non era certo dolce e spensierata. My Child Lebensborn è un videogioco che conquista e che merita l’esperienza soprattutto per conoscere da vicino una pagina della storia dimenticata – una delle tante – che racconta di quanto gli orrori della guerra – di tutte le guerre – abbiano lacerato la carne viva delle persone, sopratutto di quelle più fragili e deboli.