Alla base un fondo da 2 milioni di dollari e gli strumenti per sviluppare un modello di business
Un po’ Dreams, un po’ Super Mario Maker (sempre da Nintendo arriverà proprio questa settimana Laboratorio di videogiochi), ma con l’obiettivo di non limitarsi a creare il proprio videogioco da condividere con amici e parenti, bensì di arrivare a venderlo (sempre ad amici e parenti… ehr), diventando imprenditori videoludici. È la curiosa idea alla base di The Sandbox.
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Cos’è The Sandbox
The Sandbox viene descritto dai suoi creatori come “l’universo online che mette a disposizione di semplici appassionati, aspiranti creativi e piccole software house, gli strumenti e il modello di business ad hoc”. Per iniziare a creare videogiochi è sufficiente iscriversi su gamemaker.sandbox.game e scaricare il software Game Maker, già reso disponibile in versione Alpha: una volta entrati ci si potrà sbizzarrire nella realizzazione di un gioco utilizzando come unità di misura della propria creatività i voxel, pixel volumetrici (o se si preferisce piccoli cubi) che permettono di creare mondi e personaggi.
Un fondo da 2 milioni di dollari
La grafica è quella inconfondibile di Minecraft e purtroppo pare che al momento non sia possibile cambiarla. Chi ha un’idea per un gioco potrà anche sottoporla a The Sandbox, che ha creato un fondo ad hoc da 2 milioni di dollari per finanziare, con cifre comprese tra 4mila a 30mila dollari, le 100 proposte più innovative e avvincenti, e fornirà consulenza durante le fasi di sviluppo, oltre a promuovere la pubblicazione degli stessi videogame sulla piattaforma. Davvero un bel gruzzolo se si considera che il First Playable Fund italiano, messo a disposizione presso il ministero dello Sviluppo economico, è di appena 4 milioni di euro.
Il software permette di partire da un piano tridimensionale totalmente nuovo o di scegliere un’ambientazione (un deserto, una città , e così via) prefabbricata, selezionandola tra quelle messe a disposizione nel software o condivise da altri utenti, per poi modificarla e costruire la propria esperienza di gioco, anche grazie al programma gemello VoxEdit, disponibile per realizzare i propri oggetti e personaggi o per utilizzare quelli immaginati da un gruppo di artisti 3D e grafici selezionati da The Sandbox. Successivamente si potranno stabilire le meccaniche di gioco, definire gli avatar e i personaggi non giocanti e, affinando in ogni dettaglio il livello di interattività , si potrà così dare forma a un adventure, un platform, un RPG e molti altri generi, perché il limite a ciò che si può creare è dato soltanto dalla propria fantasia.
Cosa c’entrano le criptovalute?
Fin qui tutto bellissimo. Ma, attenzione: per utilizzare Game Maker è necessario disporre di un wallet Ethereum, un portafogli virtuale legato alla blockchain (un registro pubblico digitale a prova di manomissione), tecnologia attraverso cui sarà garantita la proprietà di ogni oggetto, personaggio, costruzione o videogame, tanto quanto la compravendita ad altri utenti o ad aziende, che avverrà utilizzando la valuta digitale di The Sandbox chiamata $SAND.
Anche gli appezzamenti di terra del metaverse, definiti in lotti di LAND (ciascuno corrispondente a uno spazio di 96x96x128 metri, vale a dire 3072x3072x4096 voxel) sono oggetto di una compravendita, che è già avviata e ha già generato un valore superiore a 20 milioni di dollari. Tutto questo darà luogo a un vero e proprio mercato di videogame ed esperienze, in cui chi detiene pezzi di questo metaverse potrà costruirci sopra i propri giochi e far pagare il biglietto a chi vuole provarli o acquistarli, oppure affittare la terra digitale a chi ha creato un gioco e ha bisogno dell’ambiente in cui ospitarlo.
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Insomma, il software è a costo zero solo se gioco e relativi asset sono creati in prima persona. Altrimenti si paga. Tutto ciò, precisano però da The Sandbox, permetterà di costruire una vera e propria nuova economia basata sui videogame in cui i giocatori stessi smetteranno di scaricare gratis un gioco per poi pagare contenuti speciali o aggiuntivi, potranno monetizzare la propria esperienza di gioco, con la raccolta di manufatti digitali che avranno un valore economico, e se vorranno diventeranno veri e propri imprenditori in grado di lanciare il proprio videogame per vedere come viene accolto dal mercato.
Software house di primo livello, come Square Enix e Atari, sono state attratte dal progetto di The Sandbox, insieme a investitori provenienti dall’industria come Chris Ye, CEO di Uken Games e Michael Witz, fondatore di Redemption Games, cui si aggiunge l’approdo nel metaverse di marchi celebri come Rollercoaster Tycoon o di guru della Silicon Valley come Tyler Winklevoss, co-fondatore di Gemini Exchange e creatore della primissima versione del social network poi divenuto Facebook, e anche Ken Howery, co-fondatore di Paypal.
A titolo illustrativo, sulla piattaforma sono stati pubblicati i primi videogame: il platform d’avventura e azione Tombs of Treasure, l’adventure game Shinytures: Finding the Lost Creatures e l’RPG fantasy Dethrone. I titoli che andranno a popolare il metaverse oltre che da utenti e terze parti saranno creati anche dalla società controllante Animoca Brands, che allo scopo ha già ingaggiato Patrick Methe, game director di Far Cry 4, Far Cry 5 e Far Cry New Dawn.