Il giallo parte da una serie maledetta. Dovremo indagare frame dopo frame
Quante volte è capitato che, non bravi in qualcosa, ci siamo rassegnati scoprendo di essere abili in tutt’altro? Magari qualcuno è riuscito perfino a trovare il lavoro della vita. Su Nintendo Switch sta per arrivare Root Film, titolo sviluppato da Kadokawa Games, visual novel piena di dinamismo e intrigo, in cui il protagonista è un regista non proprio talentuoso che si riscopre a proprio agio nei panni di un nipponico Sherlock Holmes (o Montalbano, per chi è sciovinista del giallo). Il videogioco è il sequel di Root Letter, sviluppato dalla stessa software house. Se amate il mondo dei manga e non vi disturba affatto il parlato originale in giapponese (con i sottotitoli in inglese), questo videogioco promette di immergervi in un thriller a sfondo cinematografico, dove il vostro compito è venire a capo di un caso d’omicidio risalente a dieci anni prima il presente videoludico. Invece di usare le strategie poliziesche, a nostra disposizione abbiamo l’intuito del regista e gli strumenti dell’editing room per tornare sulle scene del crimine ed esaminare il passato frame dopo frame.
Leggi anche: Roommates, la vita universitaria diventa un videogioco per Switch
Root Film: ciak, si indaga
Rintaro Yagumo è un giovane regista squattrinato, alle prese con l’ennesimo film che difficilmente sfonderà . Un giorno però squilla il telefono e viene raggiunto da un’offerta: se la sente di rimettersi al lavoro per il reboot de “Il mistero di Shimane”, serie TV cancellata tanto tempo prima per motivi sconosciuti? Potrebbe essere l’occasione della vita, ma prima è meglio capire perché le cose sono andate così male la prima volta. Inizia così la trama di una visual novel estremamente intrigante, dove il nostro fiuto di registi è l’asso per aiutarci a capire che cosa è successo. Con noi la giovane ed energica assistente Aine Magari, esperta nell’editing dei video. Senza rovinarvi spezzoni determinanti della trama, vi anticipiamo che il bello di Root Film sta tutto nell’originalità del gameplay: per indagare sull’omicidio il regista dovrà spostarsi nella prefettura di Shimane, visitando tanti luoghi di questo angolo del Giappone, per incontrare persone e scovare indizi. Oltre alle uscite, è fondamentale anche il lavoro nell’editing room. A differenza di altre visual novel non ci sono opzioni nei dialoghi, ma abbiamo la possibilità di scegliere i luoghi da esplorare per primi.
Leggi anche: Along the Edge, su Switch una visual novel con 60 finali diversi
Il cameo della bimba di The Ring
Se girare tra città e campagna è un pò come un piacevole passatempo, spesso alla luce del sole e in posti magnifici (i disegni sono incantevoli), il lavoro davanti davanti al computer può riservare qualche momento di ansia. A nostra disposizione abbiamo infatti pochissimi minuti della serie TV girata prima che tutto si fermasse ed è questo il materiale principale su cui indagare. Uno spunto horror di Root Film è stato senz’altro pescato a piene mani dalla cinematografia nipponica di riferimento. Come non pensare alla terribile bimba di The Ring – pellicola cult di Hideo Nakata degli anni Novanta, poi ripresa nel remake americano – quando ce la ritroviamo lì, con quei neri capelli a coprirle il viso, proprio dentro la bozza di serie TV su cui nessuno più ha voluto lavorare dopo un tragico incidente? L’ansia in questo videogioco si alterna a momenti di piacevole esplorazione nella prefettura giapponese.
Leggi anche: Visage, l’horror figliastro di Guillermo del Toro e Hideo Kojima
Come un Montalbano nella terra del Sol Levante, il nostro regista di belle speranze ha il compito di raccogliere più indizi possibili per mettere spalle al muro i sospettati. Proprio per aggiungere profondità psicologica all’esperienza da detective, gli sviluppatori hanno scelto di donare al personaggio capacità sensoriali straordinarie, che gli consentiranno di raccogliere prove da dialoghi e confronti con le persone. Tutto questo gli occorrerà per le sfide con i sospettati, su cui non vogliamo rovinarvi sorpresa alcuna. Come vi abbiamo già accennato i dialoghi in giapponese sono dettagliati e ben scritti, così come altrettanto si può dire della realizzazione grafica: magnifici i boschi e magnifica la natura disegnati. Il Giappone, così ricco di dettagli e di mistero, è lo stesso che da una vita tanti di noi conoscono grazie alle abbuffate di serie, fumetti, film d’animazione e videogiochi.