Si è conclusa con successo la prima call “Una Buona Causa” contro l’odio online. La startup COP – Chi Odia Paga ha mandato in overfunding due associazioni attive contro l’odio online
“Una Buona Causa“, la campagna di crowdfunding per sensibilizzare e adoperarsi contro l’odio online si è conclusa con successo. Lanciata da COP – Chi Odia Paga -, startup legaltech italiana attenta sul piano sociale, ha visto finanziare due progetti incentrati sulla lotta al cyberbullismo. A conferma dell’impegno di COP nella difesa delle vittime di odio online, mediante servizi tecnologici e legali, al fine di creare un processo virtuoso in grado di contrastare e prevenire la diffusione dell’odio in rete.
© Foto: Chi Odia Paga
Il primo progetto in overfunding
Chi Odia Paga ha annunciato il 21 settembre scorso il finanziamento dell’Associazione Puntozero di Milano. Il progetto ha beneficiato di un investimento di 22 mila euro, più del doppio rispetto ai 10 mila richiesti per realizzare “New Wild Web“, uno spettacolo teatrale dedicato al tema del cyberbullismo. Co-finanziatore del progetto è stata Nuvolab, azienda partner della prima call “Una Buona Causa”. Nuvolab che ha inoltre sovvenzionato il primo grant di 5 mila euro che permetterà di rendere gratuiti i servizi di tutela legale offerti da Chi Odia Paga.
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L’argomento del cyberbullismo è di centrale rilevanza, soprattutto fra i giovani. Proprio per questo motivo, Associazione Puntozero ha voluto coinvolgere nello spettacolo alcuni detenuti del carcere giovanile Beccaria di Milano. Un’esperienza dalla valenza doppia: al forte significato sociale della rappresentazione, si aggiunge per i ragazzi la possibilità di confrontarsi con professionisti del teatro.
© Immagine: Chi Odia Paga
“Aver trovato come compagno di viaggio Chi Odia Paga non è solo importante da un punto di vista economico per la nostra associazione”, ha commentato Giuseppe Scutellà, Presidente di Puntozero. “Ma assume un’importanza culturale e sociale per tutti, in quanto si concretizza con questa collaborazione il nostro sentire. Davvero il teatro e la musica possono portare al cambiamento”.
Il secondo progetto finanziato
Si chiama Associazione Zanshin Tech la seconda iniziativa destinataria della prossima raccolta fondi. Incentrata sull’educazione e prevenzione dell’odio online, l’associazione è nata a Genova e sta portando avanti il suo progetto “Digital Guardian“. Si tratta di un corso di formazione online di 30 ore, rivolto ad almeno 120 ragazzi sull’intero territorio italiano, per insegnare loro a difendere se stessi e gli altri dal cyberbullismo.
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A rendere possibile la campagna sarà il sostegno di Innovatech, azienda attiva nel settore del cleantech e quotata in Borsa. La società ha infatti deciso di co-finanziare con un matching grant la raccolta fondi di Zanshin Tech. “È un’opportunità unica poter rendere gratuito un corso di formazione che insegni ai ragazzi come difendere se stessi, i propri amici e chi ne ha bisogno, dal cyberbullismo”, ha affermato Pietro Colucci, Founder di Innovatec.
© Immagine: Chi Odia Paga
L’idea della call “Una Buona Causa”
La campagna di crowdfunding viene proposta a cadenza trimestrale da Chi Odia Paga ad associazioni e aziende. Lo scopo è duplice: da un lato stimolare le oltre 1.400 associazioni mappate della startup per sviluppare iniziative educative e di prevenzione. Dall’altro il tentativo di sensibilizzare le migliaia di aziende italiane che guardano con attenzione ai temi di Corporate Social Responsability, per sostenere i progetti meritevoli delle varie realtà attive nel campo.
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Continua dunque il percorso di COP contro i reati legati a Internet, dal revenge porn e lo stalking, al cyberbullismo e la diffamazione online. Sul sito della startup è inoltre possibile richiedere una card del valore di 150 euro, che contribuirà a coprire la legalizzazione delle prove online, la rimozione dei contenuti offensivi e la generazione di una vera e propria diffida online contro gli haters. Obiettivo centrale di Chi Odia Paga resta difatti di democratizzare l’accesso degli utenti alla tutela dei propri diritti. Un modo di procedere riassunto da Francesco Inguscio, CEO della società. “Per fermare l’odiatore serve la legge e chi la sa applicare, per fermare l’odio servono educazione, consapevolezza e chi le sa diffondere”.