Allo Spallanzani si lavora per aver pronta l’arma anti Coronavirus entro la primavera 2021
“Abbiamo ricevuto anche 7000 telefonate, tutte persone animate dal desiderio di fare qualcosa per la comunità , che hanno fiducia nella sanità pubblica e nel nostro ospedale”, fanno sapere in mattinata dallo Spallanzani di Roma, dove il team che ha, per primo al mondo, isolato il Covid-19, ora è pronto a fare partire i test sul vaccino italiano.
© Ministero della Salute
Il percorso del vaccino italiano
Al momento i primi test si effettueranno su 90 volontari, la cui identità è stata comprensibilmente secretata, uomini e donne di ogni età . La coorte degli adulti arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 18 e 55 anni. La coorte degli anziani arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 65 e 85 anni. Entrambe le coorti sono definite per avere tre bracci di trattamento a tre dosi crescenti composti da 15 partecipanti ciascuno, per un totale di 6 gruppi. L’arruolamento inizierà dalla coorte 1 e procederà in maniera sequenziale, previa verifica dei dati di sicurezza ai differenti step. Subito dopo, se come si spera i risultati saranno incoraggianti, avrà inizio la fase 2 che vedrà verifiche del vaccino italiano su di un campione allargato: 500 – 1000 volontari. “La nostra Speranza – dicono sempre dallo Spallanzani – è avere il vaccino italiano pronto per la primavera 2021”.
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“Se tutto andrà per il meglio e termineremo questa sperimentazione entro l’anno e se siamo bravi e veloci ora, potremmo avere il vaccino entro primavera prossima in base commerciale. La previsione è questa”, ha infatti confermato questa mattina Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, prima di iniziare, alla presenza del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, i test sul primo volontario, un 50enne romano.
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Vaccino italiano, cosa succede nella fase 1
“Si inaugura così la classica fase uno – ha spiegato il dottore – che dovrà verificare se la dose di vaccino italiano non darà effetti collaterali al paziente e, soprattutto, se questa dose è immunogenica, se capace cioè di produrre all’interno dell’organismo la creazione di anticorpi. Anticorpi che devono essere neutralizzati, cioè capaci di bloccare la replicazione virale. Dopodiché i cittadini sottoposti alla sperimentazione, fino all’autunno, verranno osservati per 12 settimane. La seconda e la terza fase prevedono la sperimentazione nei Paesi nei paesi dove la virulenza è molto più alta rispetto all’Italia, come il Brasile o il Messico”.