Situazione fuori controllo nel continente americano. Dall’America latina dati sempre meno attendibili. Crescono i contagi anche in Russia, ma l’Ue riaprirà le frontiere il primo luglio per evitare altri shock all’economia
Gli USA non danno segni di saper gestire la pandemia e il superamento della quota simbolica di 2 milioni di contagiati (sui dati provenienti dall’America latina non ci si può nemmeno fare più affidamento) ha subito mandato a picco le Borse. Milano in apertura giù del 2,76%, a Francoforte l’indice Dax ha avviato le contrattazioni in calo del -2,45% a 12.223 punti, a Londra il Ftse 100 cede il 2,32% a 6.182 punti mentre a Parigi il Cac 40 perde il 2,52% a 4.925 punti. I mercati europei si allineano alle perdite registrate dai mercati orientali: Tokyo ha perso il 2,8%, Sydney il 3% e Seul l’1,4% mentre, sul finale di seduta, Hong Kong ha lasciato sul campo il 2%.
Cosa accade negli USA
Secondo quanto riporta il New York Times, il numero dei casi di Coronavirus negli Stati Uniti ha superato la soglia dei due milioni. La testata sottolinea come i contagi sono di nuovo in aumento in almeno 21 Stati. Il bilancio delle vittime sale a 113 mila. E naturalmente si teme che una recrudescenza a seguito delle proteste contro le violenze della polizia, che hanno portato in piazza migliaia di manifestanti incuranti delle norme sanitarie.
A Los Angeles 1.300 casi al giorno, ma apre tutto lo stesso
La presunta “ondata di ritorno” (anche se è troppo presto per definirla così), arriva proprio a poco più di 72 ore dalla riapertura di New York, che ora dunque vive con l’angoscia di dover ritornare in pieno lock down. Ma c’è di più, perché sta facendo discutere la decisione della contea di Los Angeles di riaprire tutto. Eric Garcetti, sindaco della città degli angeli, si discosta però dalla decisione del governatore, affermando che è ancora “troppo presto”.
Nella contea si registrano infatti circa 1.300 nuovi casi al giorno: attualmente il bilancio complessivo è di 67.064 contagi, inclusi 2.768 decessi. Le autorità della contea hanno autorizzato alcune attività a riaprire i battenti, peraltro secondarie, come le palestre e i musei, ma nel corso di una conferenza stampa il sindaco di Los Angeles ha detto che la decisione lo ha reso «nervoso». «Siamo ancora nella più grande pandemia medica della nostra vita», ha detto Garcetti parlando ai propri concittadini. Il primo cittadino ha poi esortato le persone che hanno partecipato alle proteste a mettersi in quarantena per due settimane.
L’Europa si avvia a riaprire i confini
La situazione, ormai fuori controllo, sia nel continente americano, sia soprattutto in Sud America e in Russia, dove nelle ultime 24 ore sono stati diagnosticati 8.779 nuovi casi, in aumento rispetto agli 8.404 lunedì, non sembra però destinata a far cambiare idea ai leader europei, decisi a riaprire le frontiere esterne dell’Unione a partire dal prossimo primo luglio. Del resto, l’economia ha bisogno di ripartire, l’export è fermo e ieri l’OCSE ha avvertito che se non si cambia si rischia di essere di fronte alla peggior crisi degli ultimi 100 anni, guerre escluse. L’Austria ha annunciato lo sblocco del confine con l’Italia per il 16 giugno. Oggi la Commissione europea presenterà “una raccomandazione per un approccio comune e coordinato” in vista delle riaperture.