La replica del presidente USA: «A rischio la libertà di parola e io, come presidente, non consentirò che accada»
Toglietegli tutto, ma non Twitter. Per un politico come Donald Trump, che è riuscito ad arrivare alla Casa Bianca forte del suo modo schietto, spesso ruvido, di parlare con l’elettore, i 280 caratteri di Twitter (da due anni, prima erano 140), sono sempre stati più che sufficienti per esprimere una opinione su tutto. Opinione che, il più delle volte, odora di sentenza inappellabile. E così col tempo il presidente degli USA ha usato Twitter per attaccare l’opposizione, schernire capi di Stato non allineati, silenziare i media. Ma adesso è stato ripagato dalla stessa moneta: beccato dall’uccellino blu, che bolla i suoi ultimi tweet come fake news.
Donald Trump
Twitter vs Trump, la lite è agli inizi?
Cosa è successo? Che il social network preferito dall’inquilino della Casa Bianca per fare propaganda elettorale ha iniziato a bollare gli interventi presidenziali come “da verificare”, nell’ambito del rinnovato impegno di Twitter nel contrasto alle fake news.
In un caso sono stati persino allegati articoli di quotidiani che dimostrano l’esatto opposto rispetto quanto sostenuto da Trump. La società fa sapere che i tweet in questione «contengono informazioni potenzialmente fuorvianti sui processi di voto e sono stati contrassegnati per fornire un contesto aggiuntivo».
.@Twitter is now interfering in the 2020 Presidential Election. They are saying my statement on Mail-In Ballots, which will lead to massive corruption and fraud, is incorrect, based on fact-checking by Fake News CNN and the Amazon Washington Post….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) May 26, 2020
Non si è fatta attendere la replica, ferocissima, di Trump, ovviamente sempre attraverso un tweet: «Twitter sta interferendo nelle elezioni presidenziali 2020. Stanno dicendo che la mia dichiarazione sul voto per posta, che porterà a una massiccia corruzione e alla frode, non è corretta, basandosi sul fact-checking delle Fake News Cnn e del Washington Post», ha twittato. Quindi una promessa che sa di minaccia: «Twitter sta completamente sopprimendo la libertà di parola e io, come presidente, non consentirò che accada».
Twitter sceriffo della verità?
Finora il social network, ignorato dalla gente comune ma particolarmente amato dai politici, non era mai intervenuto sui tweet propagandistici, ma a quanto pare in vista delle presidenziali USA ha cambiato linea. Resta da chiedersi se davvero qualcuno possa immaginare una propaganda scevra di esagerazioni o vere e proprie balle. E, soprattutto, se spetti a Twitter fare da balia all’elettorato, indicando cosa è vero e cosa è smentibile. Con il risultato assai probabile che, da piattaforma, il social network diventi a sua volta parte attiva della campagna elettorale: Trump stesso lo ha già chiamato in causa, come suo nuovo rivale. Quel che è certo, è che si tratta di una piattaforma privata, sebbene i più, a iniziare dagli stessi politici, fingano spesso di dimenticarsene e dunque libera di fissare le regole di condotta che vuole. Libera lei, molto meno noi.