Peggio di noi, al 20esimo posto, gli Stati Uniti d’America, il cui sistema sanitario non ha mai brillato per efficienza e democrazia
C’è forse un motivo assai pragmatico dietro l’apparente calma zen con cui il Giappone sta affrontando l’epidemia di Coronavirus, calma che lo ha portato a essere uno dei pochi Paesi a non avere ancora chiuso negozi e decretato lockdown, limitandosi a generici appelli rivolti alla popolazione – e solo in determinate aree – a non uscire più del necessario: il numero dei posti letto disponibili negli ospedali. Su questo motivo, non di poco conto, si è invece soffermato l’ultimo report dell’Ocse.
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Ocse: Italia 19esima
Perché la pandemia di Coronavirus è, prima di tutto, una emergenza sanitaria per le strutture di degenza. Noi italiani purtroppo ora lo sappiamo bene. Altri Paesi, meglio armati, potrebbero non essere travolti dalla marea come è accaduto a noi.
In Giappone la vita pubblica continua, come dimostrano queste foto. Si tengono le distanze e si indossano mascherine
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Secondo quanto diramato dall’Ocse pochi minuti fa, il Giappone è il Paese che può contare sul maggior numero di posti letto ospedalieri (7,8 ogni mille abitanti). Solo diciannovesima risulta invece l’Italia. L’analisi sulle cure sanitarie offerte nelle 36 nazioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha reso una accurata istantanea dei posti letto per acuti (esclusi quelli per i disturbi psichiatrici) e si scopre così che i Paesi asiatici sono quelli che si erano preparati meglio a questo tipo di stress delle strutture ospedaliere. A seguire il Giappone è infatti la Corea del Sud (7,1 ogni mille).
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Solo terza la Germania, con sei posti letto ogni mille abitanti. Restando tra i big dell’Europa, la Francia è sedicesima (con 3,1 posti letto ogni mille abitanti), superata da Lituania, Austria, Belgio, Repubblica Slovacca, Repubblica Ceca, Svizzera. L’Italia, è al diciannovesimo posto insieme alla Nuova Zelanda (hanno, rispettivamente, 2,6 posti letto ogni mille abitanti).
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Peggio di noi, al 20esimo posto, gli Stati Uniti d’America (2,4 posti letto ogni mille), il cui sistema sanitario non ha certo mai brillato per efficienza e democrazia, a pari merito con la Spagna, la Danimarca e l’Islanda. Solo al 31esimo posto il Regno Unito (con 2,1 posti letto ogni mille), che pure fino all’ultimo ha ignorato gli allarmi degli scienziati sulla insidiosità del Covid-19 e ora non solo si è ammalato di Coronavirus persino Boris Johnson, ma i medici hanno lanciato l’allarme sulla tenuta del sistema ospedaliero di fronte al boom di contagi. In coda alla classifica troviamo Svezia, Cile, Canada, Messico. Sempre il Giappone guida la classifica delle Tac: ne ha 111 ogni milione di abitanti: l’Italia è a metà graduatoria con 35.
L’appello dell’Ocse: “Spendere ora per non piangere domani”
Dati impressionanti alla luce dei quali si comprende l’appello diramato proprio dall’Ocse: «I costi elevati per una risposta da parte delle autorità sanitarie pubbliche sono necessari per evitare conseguenze molto più tragiche e un impatto ancora peggiore sulle nostre economie domani», ha detto il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Angel Gurria, secondo cui il rischio sono «milioni di morti e una sanità decimata». Serve un’azione «più netta» e «più coordinata» dei governi.