Creature extraterrestri sono atterrate su PlayStation 4, PC e X-Box One. La nostra recensione
Ah, quanto era felice e spensierata l’America degli anni ’50, con i suoi jukebox, i tipi dai capelli impomatati, le auto bombate con improbabili colorazioni pastello… nonostante tutti i suoi segreti, come il misterioso incidente di Roswell che, fin dalla decade precedente, aveva iniziato a far realizzare agli americani che forse non eravano soli nell’universo. Veniva così prepotentemente rinfocolato nell’immaginario collettivo la figura dell’alieno cattivo, del marziano col capoccione e dalla corporatura esile già descritta diversi anni prima, sul finire degli anni ’30, nello storico sceneggiato radiofonico interpretato da Orson Welles, The War of the Worlds, capace di suscitare persino scene di isteria collettiva nelle piazze, nelle strade e nelle chiese. Destroy All Humans! è un videogioco che prova a catturare l’atmosfera e le psicosi di quel periodo e tenta di rispondere alla domanda: cosa sarebbe successo se gli alieni fossero realmente sbarcati negli States nella metà del secolo scorso?
Destroy All Humans!, o Mars Attacks!
Ricordate il simpaticissimo film di Tim Burton “Mars Attacks!”? Ecco, Destroy All Humans! ne è la sua versione apocrifa videoludica. Anche perché l’originale uscì dopo pochi anni dalla pellicola, nel 2005. All’epoca, il videogame della compianta Pandemic Studios (software house brillante, acquistata da EA solo per essere chiusa subito dopo…) riuscì a fare breccia nel cuore dei videogiocatori e della critica, affermandosi tra le nuove IP di maggior pregio.
Il team di sviluppo di Black Forest Games, acquisito da THQ Nordic
Leggi anche:Â Neversong, un videogame influenzato dallo humor nero di Tim Burton
Dopo 15 anni, THQ Nordic prova a ripescare dal dimenticatoio i capoccioni azzurri intergalattici, affidando il remake del primo titolo della saga agli sviluppatori tedeschi di Black Forest Games, ex studio indipendente e startup innovativa di Offenburg che ormai vanta oltre 60 dipendenti. Grazie all’ottimo lavoro svolto in Destroy All Humans!, i ragazzi di Black Forest mettono nero su bianco il loro arrivo nel club delle grandi software house. Davvero un bel risultato per un gruppo che era partito con il platform “Giana Sisters”.
Amici o nemici? Be’, quell’espressione corrucciata non sembra lasciare dubbi…
Sterminare l’umanità non è mai stato tanto divertente
Ma torniamo al gioco. Chi non avesse giocato all’originale, uscito nel 2005 su PlayStation 2, X-Box e PC, deve appunto immaginarsi la versione videoludica di Mars Attack!: umorismo nero, scene surreali e un manipolo di alieni desiderosi di sterminarci. Partiamo dal folle plot, che poi è lo scarno pretesto per dare via al massacro della nostra razza. Gli alieni di Destroy All Humans! sono in realtà nostri progenitori: si incrociarono con i Sapiens migliaia di anni fa, in occasione della loro prima venuta sul nostro pianeta.
Leggi anche:Â Felix The Reaper, la morte sopraggiunge danzando
Adesso, però, loro rischiano l’estinzione dato che, invece di riprodursi, per generazioni hanno deciso di ricorrere alla clonazione che, copia dopo copia, ha iniziato però a sbiadire il loro DNA, danneggiandolo irrimediabilmente. Per questo hanno bisogno di recuperare dal nostro bagaglio genetico frammenti essenziali non ancora adulterati da secoli di ingegneria genetica e fotocopiatrici con problemi al toner. Ma il procedimento, per la nostra specie, è tutt’altro che indolore…
Ha così inizio l’avventura terrestre di di Crypto e del suo ufficiale in capo Orthopox, della popolazione aliena Furon. Che per il giocatore si traduce in una allegra scampagnata per gli Stati Uniti, seminando morte e distruzione con armi tecnologicamente avanzate. Al tutto si aggiunge poi un profluvio di battutine sarcastiche, situazioni surreali e, naturalmente, tante, tantissime citazioni a film e telefilm di fantascienza.
Possedere la mente di un umano è il modo migliore per infilarsi in zone sorvegliate senza destare sospetti
Squadra che vince non si cambia?
Il gioco prosegue tra missioni stealth, altre in cui dovrete difendere la base e un generalizzato e continuo sterminio di massa. Dopo lo stupore iniziale e il senso di invincibilità dato dalla nostra supremazia tecnologica (cui fa il paio, però, la nostra scarsissima resistenza fisica) o il divertimento della prima sessione ai comandi di un UFO, inizia a emergere un gameplay che probabilmente tossicchiava già quindici anni fa, nel 2005, quando debuttò l’originale e che oggi potrebbe dare i colpi finali, senza riuscire più ad accontentare giocatori abituati a ben altre regole di gioco, più complesse e variegate.
Guidare l’UFO e distruggere qualunque cosa capiti a portata di raggio laser è davvero divertente
Di fatto, è tutto uno sterile sparare a qualunque cosa si muova e anche le missioni alternative, in cui occorre infiltrarsi, recuperare un oggetto o mantenere la posizione, non riescono ad aggiungere alla ricetta la dovuta varietà . Gli sviluppatori tedeschi avrebbero dovuto mettere mano insomma anche al gameplay, invece si sono limitati a ricostruire da zero l’impianto tecnico di Destroy All Humans!, peraltro svolgendo un ottimo lavoro, perché il titolo sembra attuale ma mantiene comunque il feeling dell’originale.
L’alieno che faceva volare le vacche
Una volta, qui, era tutta campagna
Le 22 missioni che si dipanano lungo sei mini-overworld presentano comunque ancora oggi diversi elementi in grado di strappare un sorriso (grazie all’umorismo che permea il gioco) e lasciarci con il pad in mano per qualche ora, ma dopo un po’ la monotonia delle situazioni e la loro estrema ripetitività tendono a minare le fondamenta del divertimento (insomma, polverizzati mille umani si potrebbe avvertire il desiderio di trovare soluzioni maggiormente diplomatiche per finirla lì…).
Destroy All Humans! presenta sei overworld piuttosto dettagliati e variegati
Tutto nuovo, invece, il sistema delle side-quest, che ricalca i classici achievement: potrebbe esservi richiesto di finire una missione senza far scattare alcun allarme o uccidendo tot nemici in un modo particolare… non aggiungono alcunché alla struttura ludica ma potrebbero rappresentare un’ulteriore sfida per i perfezionisti. Apprezziamo molto il lavoro svolto dai ragazzi di Black Forest Games nella distruttibilità degli scenari: praticamente, qualsiasi elemento presente lungo i livelli può essere ridotto ai minimi termini, facendoci godere come ricci alieni.
Le toilette per i “grigi” ancora ci mancavano
Leggi anche: Darkestville Castle, il degno erede di Monkey Island è… morto
Però capirete bene che l’uomo non si nutre di sola foga distruttrice (o sì?), e a conti fatti ci sarebbe piaciuto che Destroy All Humans! sapesse offrire anche altro. Invece si limita a riproporre il medesimo pacchetto di 15 anni fa per accontentare soprattutto i fan della serie, senza preoccuparsi di ingrossarne le file guardando altrove. Non che sia necessariamente un male, intendiamoci. Siamo comunque di fronte a un videogame ironico, colorato, scanzonato e di gran qualità , ma alla lunga pecca di varietà . Destroy All Humans! è la scelta ideale per chi ha amato l’originale o per chi è in cerca di un titolo che non richieda troppi sforzi celebrali. Del resto, siamo pur sempre umani, pensare non è il nostro forte, come sostengono i Furon.