Il commercio online reagisce al picco di ordini dovuti alla paura del Covid 19. L’intervista a Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio e-commerce del Politecnico di Milano
«Per rassicurare i consumatori in Cina gli attori dell’ecommerce hanno pensato di consegnare perfino un documento con i valori della temperatura corporea di tutte le persone che hanno maneggiato il cibo ordinato online». StartupItalia ha intervistato Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio e-commerce del Politecnico di Milano, per analizzare i trend in corso sia in Italia, sia a livello globale. L’emergenza coronavirus ha cambiato in maniera improvvisa le abitudini delle persone e l’e-commerce si sta adattando come tutti i settori per far fronte tanto alle legittime paure quanto alla psiocosi collettiva che ha svuotato gli scaffali di molti supermercati. « Dopo i primi giorni in cui sia Amazon sia la grande distribuzione hanno avuto problemi nell’accogliere una marea imprevista di ordini, credo che presto si avrà una gestione più livellata».
Leggi anche:Â Il Coronavirus chiude le chiese? La messa va live su Instagram
Coronavirus: le contromisure dell’e-commerce
Ancora in attesa di capire quando l’Italia ritornerà alla normalità , il mondo dell’e-commerce si sta attivando per capire come venire incontro soprattutto ai consumatori che si trovano in quarantena. In Cina, per esempio, l’app Meituan Dianping starebbe testando piccoli robot per consegnare il cibo a domicilio e ridurre così al minimo i contatti tra persone. Nella città che ha visto il primo focolaio di coronavirus, a Wuhan, si sfiorano oggi gli 80mila contagiati, ma stando alle dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il picco di diffusione del Covid 19 potrebbe esser già stato superato. «In questi giorni l’e-commerce – ha aggiunto la Direttrice dell’Osservatorio – sta consentendo a diversi consumatori, anche a quelli più a rischio, di poter aver a casa prodotti che non potrebbero altrimenti acquistare».
Leggi anche: Dalla quarantena per il coronavirus allo smog. Viaggio nella città di Wuhan
«In Cina il food delivery ha sempre riguardato soprattutto i single – ha spiegato Valentina Pontiggia – adesso, con gli ordini in aumento, tante famiglie hanno iniziato a chiedere la spesa e i pasti a domicilio». In ballo non c’è soltanto la sicurezza richiesta dai clienti, ma anche la tutela dei fattorini che devono consegnare il cibo e la merce a decine di persone diverse ogni giorno. Secondo l’agenzia Reuters in Cina le catene come McDonald’s hanno scelto di limitare i contatti tra persone in un modo molto semplice: i fattorini lasciano il cibo in un contenitore e attendono che il cliente lo ritiri. Ogni driver ha comunque con sè un documento con lo stato di salute. Sempre in Cina Starbucks ha infine suggerito a tutti i suoi clienti di ordinare il caffè tramite app e ritirarlo su un tavolo nel negozio non appena ricevuta la notifica.