È il Gruppo di Birra Corona, che ha subito danni enormi per via dell’assonanza con il Coronavirus
Tutto il mondo collegato alla ristorazione, agli aperitivi, alle cene in compagnia, è stato duramente travolto dal lock down, come abbiamo avuto modo di notare analizzando la trimestrale di Campari. Danni ingenti li registra anche il colosso belga-brasiliano Anheuser-Busch InBev (Ab InBev) che ha al proprio interno anche Birra Corona, il primo marchio a essere colpito in modo spietato (e pure insensato) dalla pandemia per via dell’assonanza con il Coronavirus. Ecco, ora le conseguenze di quella disinformazione (ma chiamiamola pure ignoranza allo stato brado) iniziano a prendere corpo sotto forma di numeri. Anzi, di perdite milionarie…
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La trimestrale di Ab InBev
“L’entità delle ricadute della pandemia del Covid-19 sui nostri risultati futuri resta incerta. Il secondo trimestre dovrebbe registrare un impatto ancora maggiore rispetto al primo, tenuto conto delle misure di distanziamento sociale e delle restrizioni governative in vigore”, spiegano Ab Inbev in un comunicato per giustificare la perdita di 845 milioni di dollari nel primo trimestre, contro un utile netto di 2,4 miliardi nello stesso periodo dello scorso anno.
© Ab Inbev
Ma non è finita, perché il Gruppo prevede che la crisi del Coronavirus avrà un impatto ancora maggiore sulle sue attività nel secondo trimestre, aggiungendo che le ricadute già si vedono sui volumi mondiali di aprile in calo di “circa il 32%”. Anheuser-Busch InBev, che possiede tra gli altri i marchi Budweiser, Stella Artois e Corona, ha già ritirato alla fine di marzo tutte le sue previsioni per il 2020, tenuto conto “delle incertezze, della volatilità e della rapida evoluzione della pandemia”.
Nel trimestre il fatturato è diminuito del 5,8% a 11 miliardi di dollari e l’Ebitda è in calo di quasi il 14% a 3,9 miliardi. I volumi sono in calo del 9,3% (-3,6% esclusa la Cina). Il gruppo per altro indica di attendersi “una forte ripresa” e sottolinea che la sua “prudente disciplina finanziaria” ha permesso di mantenere “una situazione di solida liquidità”. “Abbiamo una chiara strategia commerciale, un’impronta geografica diversa, il portafoglio più prezioso al mondo di marchi di birra, redditività leader nel settore e una piscina di talento incredibilmente profonda. Le forti fondazioni che abbiamo costruito ci aiuteranno a continuare a navigare in questo ambiente e portarci avanti”, fanno sapere nel tentativo di rassicurare clienti e investitori.