Il CdM ha approvato un vecchio testo di legge a difesa dell’agroalimentare. Esulta il ministro Bellanova: “La contraffazione costa al Paese 100 miliardi di euro all’anno”
Mentre il mondo dell’agricoltura attende ancora un serio intervento in tema di caporalato e tutela del lavoro nei campi da parte dei migranti, il Consiglio dei ministri, pian piano, con i suoi ritmi mai spediti, ha terminato l’esame del “nuovo” disegno di legge sull’Agropirateria.
Coldiretti mostra al premier Conte un cesto di prodotti italiani contraffatti
© Coldiretti
Che cos’è l’Agropirateria
Contrariamente al nome, l’Agropirateria sarà una nuova fattispecie criminosa che non si concentra esclusivamente sulla tutela dei prodotti del made in Italy. La contraffazione, infatti, avviene molto spesso all’estero, non sul territorio italiano, dunque non avrebbe senso cercarne la tutela con una norma interna al nostro codice penale. Questo, naturalmente, non vuol dire che non la ricomprenda.
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Il ddl, che iniziò a muovere i primi passi nella diciasettesima legislatura ,è stato curato dall’ex procuratore Giancarlo Caselli in collaborazione con l’Osservatorio Agromafie promosso e sostenuto da Coldiretti, ha un respiro assai più ampio. Prevede un rigoroso controllo su tutta la filiera alimentare, dai campi fino alla grande distribuzione, dalle procedure di macellazione all’uso di prodotti fitosanitari conformi, chiedendo gli addetti ai lavori di osservarne scrupolosamente le norme, pena la possibilità di finire davanti a un giudice con il nuovo capo di imputazione di agropirateria, appunto (non se ne conosce ancora la cornice edittale).
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Bellanova: l’agropirateria costa 100 miliardi
“Il falso made in Italy“, ha detto a margine del Cdm la ministra all’Agricoltura, Teresa Bellanova, “costa al nostro Paese 100 miliardi di euro l’anno, contro i circa 42 di export dei prodotti autentici. Un vero e proprio furto di identità che danneggia i nostri produttori, mina la salute dei consumatori, ingannandoli, rischia di incrinare la reputazione del Paese.