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Secondo uno studio, nei contesti accademici gli uomini parlano in media il doppio rispetto alle donne. Con il portale Request a Woman Scientist non ci sono più scuse: più di 10K esperte per oltre 200 discipline scientifiche, a disposizione per convegni, seminari e interviste
Poche donne scienziate nei panel di seminari scientifici, convegni di settore e workshop specializzati? Da oggi non ci sono più scuse per la presenza – anche – femminile in questi contesti, grazie a Request a Woman Scientist. Nata da poco più di 1 anno: è la banca dati ad hoc che raccoglie oltre 10mila donne scienziate e ricercatrici. Veri e propri modelli di riferimento, per coltivare le nuove generazioni alla conoscenza (e non solo).
“Abbiamo cercato una donna che potesse intervenire come speaker in questo panel, ma non ne conoscevamo alcuna specializzata su questo specifico argomento”, rispondono così in genere alla domanda sul perché ci siano sempre poche donne, gli organizzatori degli eventi scientifici a cui viene posto il noto quesito.
Un pretesto? Forse. Ad ogni modo da oggi nessuno potrà più rispondere con questa scusa –passateci il termine del “’paleozoico” – grazie a una banca dati che ha raccolto circa 10 mila nomi di donne scienziate nelle diverse discipline pronte a portare il loro contributo in tutto il mondo. Nell’elenco anche 124 italiane.
Request a Woman Scientist
Un database di donne scienziate, creato circa un anno fa da un gruppo guidato da una borsista post dottorato della CU Boulder School of Medicine (Università del Colorado) è cresciuto fino ad elencare più di 10mila donne. La banca dati Request a Woman Scientist è stata creata principalmente per rispondere al timore che l’esperienza scientifica delle donne fosse eclissata dalla presenza spesso maschile alle riunioni e i meeting professionali.
“L’idea è venuta dalle ripetute esperienze di vedere nei convegni, la maggior parte dei panels al maschile: definiti manels, con la conseguente esclusione delle competenze scientifiche delle donne da eventi pubblici di confronto e di approfondimento”, scrive Elizabeth McCullagh, Ph.D., postdoctoral fellow presso il Dipartimento di Fisiologia e Biofisica all’Anschutz Medical Campus con altri coautori.
Secondo uno studio del 2017, pubblicato su Proceedings of National Academy of Sciences, che analizza i relatori di convegni in 50 università prestigiose, gli uomini sono stati invitati a tenere il doppio delle discussioni sulla loro ricerca rispetto alle donne, con il consueto pretesto che non se ne conosceva alcuna in quel settore.
Per combattere questa errata percezione: della scarsità di donne nel mondo scientifico, Kelly Ramirez (specializzata in ecologia microbica e ricercatrice all’Istituto Olandese per l’Ecologia) e Jane Zelikova (ecologa, biologa e regista cinematografica) hanno dato vita nel gennaio 2018 a 500 Women Scientists, una banca dati che consente a chiunque sia interessato di entrare in contatto con migliaia di scienziate/ricercatrici di tutto il mondo.
Il portale è stato chiamato “500 scienziate” perché questo era l’obiettivo numerico di raccolta a cui le due scienziate aspiravano quando lo hanno inaugurato, ma nel giro di pochi mesi: ne hanno rapidamente ottenute circa 20.000.
Nello specifico, l’organizzazione denominata Request a Woman Scientist ha l’obiettivo di aumentare l’alfabetizzazione scientifica al femminile attraverso l’impegno pubblico, promuovere la piena uguaglianza di genere nel mondo accademico-scientifico, combattere la presenza di stereotipi di genere nella scienza e responsabilizzare le donne a sfruttare appieno il proprio potenziale nella scienza (e non solo).
Oggi L’organizzazione conta più centomila aderenti, ha creato più di 300 sezioni in tutto il mondo, offre sostegno alle madri scienziate e strumenti e strategie per assicurarsi che le donne siano adeguatamente rappresentate in incontri, conferenze, dibattiti che riguardano il mondo scientifico.
Request a Woman Scientist, il portale che promuove le donne nella scienza
Le donne scienziate elencate nella banca dati hanno indicato la loro disponibilità a parlare con gli studenti o i media, consultare il loro progetto, partecipare ad un panel o rivestire il ruolo di oratore principale o moderatore di una conferenza.
Per essere inserite nel registro mondiale on line, le donne scienziate devono compilare un modulo digitale che viene poi esaminato attentamente dai saggi del gruppo per verificare che le informazioni fornite siano veritiere e all’altezza. Il database elenca le donne che lavorano in diversi campi della scienza, tecnologia, ingegneria, matematica e medicina: STEM.
“L’idea iniziale era di far partire il progetto low profile, e in versione beta, ma poi il tutto ci è sfuggito di mano, perché nel giro di poco meno di un mese si sono iscritte circa 5.000 donne” ha dichiarato la fondatrice Kelly Ramirez.
“Il nostro obiettivo è aumentare la rappresentanza delle donne scienziate nella società e combattere gli stereotipi che danneggiano la figura femminile perché non sufficientemente rappresentato nel mondo scientifico”, ha detto Liz McCullagh “Man mano che il nostro database cresce, pensiamo di renderlo sempre più fruibile, completo nelle informazioni e facile da usare in modo che le scienziate siano riconosciute soprattutto per il contributo significativo che hanno fornito alla scienza.”
Far uscire dall’ombra le tantissime donne impegnate nella ricerca in tutto il mondo è l’obiettivo del registro mondiale promosso dall’organizzazione 500 Women Scientists.
I dati
Un’indagine condotta da PLOS Biology nel novembre del 2018 illustra l’impatto di Request a Woman Scientist nei suoi primi undici mesi di attività.
Tra il suo lancio avvenuto il 1 gennaio 2018 e novembre 2018, quando sono stati raccolti i dati di PLOS Biology, è risultato che oltre 10mila donne provenienti da 133 paesi in rappresentanza di 174 discipline si erano iscritte.
Attualmente oltre la metà delle scienziate inserite nel database proviene da Stati Uniti, Australia, Regno Unito e Canada, si occupano principalmente di biotecnologie. Al momento, le italiane iscritte sono al momento 124.
La piattaforma è già stata interrogata e utilizzata più di 100.000 volte da giornalisti, organizzatori di conferenze, insegnanti scolastici e altri scienziati.
Su 1.278 donne intervistate, l’11% ha dichiarato di essere stata contattata – dopo il caricamento del proprio profilo/CV nel database – per partecipare a tavole rotonde, fare interviste per la stampa e la tv, intervenire in dibattiti presso scuole e università o avviare collaborazioni con colleghi. La maggior parte delle scienziate, circa il 48%, è stata contattata da giornalisti e da esperti del mondo della comunicazione. Da evidenziare poi come il 22,7% delle ricercatrici inserite nel database dica di far parte di una minoranza o di un gruppo sotto rappresentato.
500 Women Scientists, per fare rete e sostenersi nelle STEM
500 Women Scientists è nata anche con l’intento di divenire uno strumento per consentire alle donne di fare rete e sostenersi a vicenda. A questo scopo sono stati creati i Pods, gruppi locali di scienziate i cui membri si incontrano regolarmente, elaborano piani strategici e prendono iniziative a partire da questioni che riguardano in primis le loro comunità di riferimento.
Pur essendo una realtà giovanissima, l’organizzazione è già cresciuta e sta espandendo velocemente i propri orizzonti. Oggi offre strumenti per organizzare incontri scientifici il più possibile aperti e inclusivi, promuove una campagna per dare maggiore visibilità alle sfide che le ricercatrici devono affrontare quando decidono di avere figli e porta avanti Wikipedia Edit-a-thons, attività volta a combattere i numerosi bias di genere a favore degli uomini presenti sulle pagine della libera enciclopedia.
Infine da poco è stata creata 500 Women in Medicine, organizzazione satellite nata su iniziativa di cinque studentesse di medicina.
“Il nostro messaggio è che tu donna sei importante e necessaria” ha dichiarato Jane Zelikova. “La scienza è migliore quando tutti possono dare il loro contributo. Abbiamo bisogno di ogni voce. E ogni voce sia maschile che femminile è preziosa per le scoperte del futuro”.
” Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace.” – Rita Levi Montalcini