Parte la sperimentazione del car sharing a Bergamo, Bollate, Busto Arsizio e Como. Le peculiarità di un servizio diverso rispetto a quello presente nelle grandi città.
Al via la sperimentazione del servizio di car sharing in 4 comuni della Lombardia: Bergamo, Bollate, Busto Arsizio e Como. Il progetto sarà sviluppato da E-Vai, società del gruppo FNM di cui fa parte anche Ferrovie Nord, insieme a Be Charge, società specializzata nella installazione di colonnine di ricarica. L’iniziativa rientra all’interno del progetto I-SharE finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea che vede coinvolte le due aziende, insieme a FNM, NordCom e Asstra, oltre a Poliedra del Politecnico di Milano, l’azienda croata Dyvolve e la città di Osijek.
La sperimentazione parte con cinque municipalità, le quattro lombarde menzionate e Osijek, ma il modello dovrebbe essere replicato in altre 34 città con una data di fine progetto prevista per il 30 giugno 2021.Le auto coinvolte nel progetto I-SharE saranno un totale di 58 mentre le colonnine di ricarica dovrebbero arrivare a 75. Si prevede, infatti, l’installazione di 25 nuove stazioni di ricarica e l’integrazione con le 50 colonnine E-Vai preesistenti in 42 postazioni delle città coinvolte.
A Bergamo car sharing con i dipendenti del Comune
La sperimentazione I-SharE a Bergamo prevede che, dal mese di aprile, 4 Renault Zoe R90 Intens con autonomia nominale fino a 400 km saranno condivise tra l’amministrazione comunale e la cittadinanza. Dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì la flotta sarà a disposizione dei dipendenti comunali, mentre nel resto delle ore potranno usufruirne i cittadini. I modelli applicativi di I-SharE si pongono l’obiettivo di risolvere alcune problematiche molto comuni in aree popolate, con un buon tasso di occupazione ma fortemente frammentate.
Se, infatti, il modello di car sharing nelle grandi città risulta dopotutto abbastanza lineare – vado da A a B con un mezzo solo -, nelle piccole città della Lombardia lo scenario cambia. In questi contesti, per esempio, è comune il ricorso a diversi mezzi di trasporto, tipicamente l’accoppiata treno+auto. Per questo l’installazione delle colonnine deve seguire una logica precisa che preveda, oltre alla presenza in prossimità delle stazioni ferroviarie, anche la disponibilità in punti di raccolta vicini agli agglomerati industriali.
Le peculiarità del car sharing in provincia
Ancora, sempre in questi territori l’utilizzo del car sharing è fortemente frammentato e discontinuo con picchi a orari specifici. È fondamentale, allora, ideare strategie – come l’iniziativa di Bergamo – che, grazie all’analisi dei dati provenienti da centraline e auto, ne ottimizzino il servizio. In questa direzione, per esempio, va l’estensione del servizio di car sharing ai turisti nella città di Como. Proprio il ricorso a diversi mezzi di trasporto, inoltre, richiede la fruizione di più servizi, dunque di più app, più sistemi di pagamento, diverse autenticazioni ecc. Una delle scommesse maggiori che si trovano ad affrontare le municipalità è proprio di fornire un servizio eterogeneo attraverso un’unica interfaccia, app mobile o scheda che sia.
Leggi anche: GetMyCar raccoglie 2,5 milioni di euro
E ciò risulta decisamente complesso – si pensi solo che a Milano si utilizzano ancora due schede diverse per il bike sharing e il trasporto pubblico. Questo perché i sistemi informativi di backend sono incompatibili e risulta estremamente complesso integrarli. Oppure i progetti sono stati sviluppati da fornitori diversi, in tempi diversi, che non dimostrano particolare attitudine a collaborare.