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Nuovi strumenti che arrivano dal cloud, linguaggi consolidati che vivono una seconda giovinezza. Il tutto passa attraverso una nuova filosofia che promuove l’inclusione
Il mondo dell’informatica sta affrontando un’evoluzione storica: il cloud è arrivato nelle nostre vite e ha cambiato le nostre abitudini, in ufficio e a casa, e l’attesa in termini servizi e funzionalità da parte degli utenti è cambiata di conseguenza. A chi questi servizi li sviluppa si impone dunque la stessa evoluzione: gli sviluppatori devono cambiare pelle e sviluppare nuove competenze per esser in grado di offrire ai clienti prodotti di nuova generazione. Di questo (e di molto altro) si è parlato a Oracle Code, un appuntamento pensato per raccontare come si stanno evolvendo Java, il cloud di Redwood, le tecnologie serverless, chatbot, blockchain e quali nuove opportunità si possono cogliere.
Evolversi a ogni costo
Per molti anni abbiamo parlato di sigle come IoT e 5G: sigle che per molti anni sono state poco più di uno scioglilingua che raccontava di un futuro prossimo, ma che ora finalmente sono diventate realtà . Entro la fine dell’anno la quinta generazione delle connessioni mobile sarà commercializzata anche da noi in Italia (e nel resto del mondo), e si porteranno in dote servizi di nuova generazione: la Internet of Things sarà una delle prime applicazioni che avrà un impatto diretto nella nostra vita quotidiana, con sempre più dispositivi che si fanno smart e connessi.
Full room anche nella sessione #MySQL 😎 #oraclecode Roma pic.twitter.com/ULwuzJRlbW
— Oracle Italia (@OracleItalia) April 4, 2019
Stanno cambiando i dispositivi su cui gira del codice, sta cambiando come li usiamo: devono cambiare i servizi e chi li sviluppa deve adeguarsi, evolversi per utilizzare nuovi strumenti con cui modellare questo nuovo universo digitale. Il cloud è la risposta più ovvia: nel cloud transitano le informazioni raccolte e possono venire archiviate, organizzate, analizzate e trasformate in qualcosa di più di semplici numeri. Col cloud si può dialogare tramite bot, con questi ultimi che attingono ai dati che possono provenire da molteplici fonti e sfruttare molteplici tecnologie per essere operative. Per farlo ovviamente servono gli strumenti giusti: la sorpresa è che ci sono vecchie conoscenze che possono tornare utili.
Con l’acquisizione di Sun da parte di Oracle anche Java è passato sotto il controllo dell’azienda di Redwood: che ha iniziato una sua profonda revisione per renderlo uno strumento più moderno e capace di rispondere alle sfide che queste nuove tecnologie impongono. Si chiamano Valhalla, Panama, Amber e Loom: sono quattro delle novità che sono state annunciate per Java lo scorso autunno, e che sono destinate a cambiare come funziona e si comporta il codice scritto in questo linguaggio, che ora ha risolto molte delle questioni legate a velocità di startup ed esecuzione che ne limitavano l’impiego in certi contesti.
Inoltre c’è stato un cambiamento epocale per quanto attiene lo sviluppo di Java: è stato introdotto un ciclo di sviluppo accelerato che ogni 6 mesi prevede l’introduzione di una nuova release con nuove funzioni, che si affianca a un release LTS (long-term support) destinata ad altri tipi di utilizzi. In questo modo gli sviluppatori avranno modo di testare le novità seguendo il passo e il ritmo rapido che impone il mercato, potendo contare su un percorso chiaro e potendo pianificare in anticipo le proprie mosse.
La chiave è la diversitÃ
Di fatto quello a cui stiamo assistendo è un aumento esponenziale nella possibilità di scelta rispetto al passato: ci sono moltissime opportunità da cogliere, e lato sviluppo si può decidere di concentrarsi su prodotti destinati agli utenti finali, alle aziende, che viaggiano sugli schermi dei cellulari o che stanno su Internet in attesa di essere utilizzati con qualsiasi strumento. Tra contaier, microservizi, AI che permea tutto e tecnologie come la blockchain c’è molto di cui parlare.
La diversità è una risorsa preziosa: consente di rispondere alle esigenze di innovazione delle imprese e del pubblico, potendo contare su competenze differenti che si integrano tra loro per offrire soluzioni originali ed esperienze d’uso che superano gli schemi consolidati. Per garantire la diversità è opportuno anche, però, tenere conto di voci diverse: i nuovi metodi di sviluppo vedono diversi reparti entrare nel ciclo di produzione, e si sta finalmente anche consolidando un’apertura più generale delle organizzazioni.
#GroundbreakersLive at #OracleCode Rome with @jen_s_nicholson talking about Oracle recognition programs https://t.co/Pw8WHcWFDa
— Oracle Developers (@OracleDevs) April 4, 2019
Una visione più ampia deve ascoltare poi non solo diversi reparti, ma anche includere categorie che fino a questo punto sono rimaste ai margini: come nel caso delle donne che già oggi lavorano in ruoli cruciali anche nei reparti tecnici, ma che troppo spesso restano inascoltate o il cui ruolo viene sottovalutato o addirittura svalutato. Anche di questo si è parlato a Oracle Code Day: va riconosciuto il valore reale delle donne nell’IT, i successi da loro conseguiti devono essere visibili e promossi come quelli di chiunque altro. Le donne che hanno già raggiunto posizioni di vertice, le Women Groundbreakers, possono agire come modello e mentore per far crescere e riconoscere il ruolo delle loro colleghe.